
Due anni e mezzo non si dimenticano tanto facilmente. Domenica il Livorno si ritroverà di fronte Francesco Valiani, uno dei calciatori più amati degli ultimi tempi, tornato nella sua Pistoia. "A Livorno è stata una parentesi bella – ci dice Valiani –, è stato come essere sulle montagne russe: una promozione tripla con il campionato già vinto e dovuto rivincere dopo. E anche la salvezza dopo è stata come un torneo vinto. Il dispiacere più grande è stato non aver fatto bene con Cristiano Lucarelli in panchina, un po’ come quest’anno con Frustalupi, pistoiese legato alla città. Il dispiacere è doppio quando ci sarebbero le componenti romantiche, ma non i buoni risultati. Con Lucarelli la squadra non era attrezzata, ha avuto un rendimento inferiore ma lui non aveva responsabilità".
Tanti i ricordi belli a Livorno. "Venivo dalla B a Bari, decisi di scendere di categoria per il blasone del Livorno e per la voglia di vincere il campionato fin dal primo anno. Poi la conquista della B sul campo e la possibilità di giocarla di nuovo. La città mi ha accolto in maniera straordinaria, ho sempre avuto belle parole dai livornesi. Ho dato tutto e loro se ne sono accorti, ma questo è sempre stato il mio modo di fare: anche quando il rendimento non era alto, l’atteggiamento è sempre stato quello giusto. E non ho mai dato risposte preconfezionate, dicendo sempre le cose come stanno". Quindi il ritorno a Pistoia. "Un’esperienza stupenda, sono dove volevo essere: a Livorno non c’era più convinzione da parte del presidente e dell’allenatore, ma ero già pronto a tornare a Pistoia: sono integro e volevo dare qualcosa alla mia gente, finire qui il mio percorso calcistico. Sono entusiasta: quest’anno siamo partiti male, ma cerco di trasmettere la mia voglia ai ragazzi e sono convinto che riusciremo a fare bene". Quella di domenica non sarà una gara come tante altre. "Peccato non avere il pubblico a vederci. Essendo un derby, ci si tiene sempre, davanti ai miei ex tifoisi e alla mia gente. Ma sarà una partita di forti emozioni: non ci saranno tanti dei miei ragazzi come Gonnelli, Gasbarro, Mazzoni e Luci, ma ci sono ancora Morelli, Murilo, Di Gennaro, ragazzi che erano con me. Sarò felice di abbracciarli di nuovo". La felicità lascia poi spazio all’amarezza quando si parla di società. "Da fuori si percepisce una grande confusione societaria: i ragazzi ci mettono l’anima e meriterebbero una stabilità maggiore. Già con Spinelli c’era un po’ di confusione, anche quando eravamo primi con 10-12 punti di vantaggio. L’equilibrio è ciò che ti aiuta sempre, nel bene e nel male: è ciò che servirebbe a Livorno".
Igor Vanni