La storia si ripete, giorno dopo giorno. "Domani arrivano gli stipendi" è il ritornello che viene pronunciato dai vertici del Livorno calcio, ma questo domani non sembra arrivare mai. Più che ‘domani’, dunque, sembra un ‘do...mai’. Scadenze non rispettate, fideiussioni respinte, pagamenti non effettuati, una pioggia di punti di penalizzazione in arrivo per la società amaranto. Ecco qual è lo scenario a cui hanno portato i continui litigi tra soci, prima, e le promesse non mantenute, poi. Dichiarazioni che restano solo parole gettate al vento. E a Livorno, si sa, il libeccio picchia forte e spazza via tutto. Dicembre è alle porte e in questi tre mesi ne sono accadute di cose strane in seno alla società. Tanto che non si capisce come Lega e Federazione non si siano mosse prima, cercando di arrivare a una situazione che si sta avvicinando tremendamente al punto di non ritorno. Riforme e controlli severi che dovevano servire a non avere più casi di fallimenti in corso come quelli di Parma, Piacenza e via dicendo, con società in amministrazione controllata, o addirittura squadre che si sono ritirate a campionato iniziato.
A nulla servono le dichiarazioni ottimistiche del presidente Heller o i silenzi stampa annunciati su un paio di siti online dal general manager Mariani come se si volesse intimidire la stampa o metterle il bavaglio. Si stupisce, il gm Mariani, per i "continui attacchi al nostro gruppo di lavoro. Vorrei capire quale è lo scopo". C’è poco da stupirsi quando si sbandiera ai sette venti (appunto...) di aver pagato tutto salvo poi verificare il giorno dopo che la realtà è ben altra. Servono fatti, quelli che finora non sono mai stati fatti, e non parole: di quelle, invece, ne sono state spese fin troppe. Ci verrebbe da fare una domanda: per tutta la settimana il Livorno si è allenato in Borgo sul sintetico, non è che è stato sfrattato dal Coni?
Igor Vanni