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Cristiano Lucarelli: "Per Che Guevara ho pagato. Ma resterò comunista"

L'ex bomber del Livorno, ora allenatore della Ternana capolista in serie C e unico ancora imbattuto in Europa, si racconta in un'intervista su 'la Repubblica': "Lottavo per il pane, non per il filetto..."

Cristiano Lucarelli

Cristiano Lucarelli

Livonro, 1 febbraio 2021 - Cristiano Lucarelli, l'ex bomber del Livorno, torna a far parlare di se'. Lo fa con un'intervista su 'la Repubblica' in cui spazia a tutto campo: da Livorno città a Livorno calcio, fino alla politica.

"Io lottavo per il pane, non per il filetto. Ho segnato 240 gol ovunque e a chiunque, sono stato capocannoniere ma tutto è stato sottovalutato rispetto ai miei ideali politici, che pure porterò nella tomba. Non è giusto. Quando mostrai il Che, avevo vent`anni. Ora ne ho 45 e sono quasi nonno". Cristiano Lucarelli, ex bandiera del Livorno oggi allenatore della Ternana capolista incontrastata del girone C della Serie C (sedici vittorie e quattro pareggi nelle prime giornate), si racconta così.

"È una pseudo sinistra nell`Italia dei politici mestieranti e degli arrivisti, non vedo più il senso dello Stato, da otto anni non voto", ha risposto a chi gli faceva notare che forse la sinistra non esiste più, "È assurdo che molti tra gli ideali portanti della Costituzione non siedano neppure in Parlamento, è paradossale. Chi ci rappresenta?". Lucarelli ha parlato anche del suo passato a Shangai, il quartiere di Livorno in cui è cresciuto. "Il più difficile della città insieme a Corea", ha ammesso, "Nomi asiatici, perché le case popolari avevano appartamenti molto piccoli, quattro per ogni pianerottolo. Ma chi è uscito da lì, chi si è sollevato dal niente, non ha più avuto paura della vita". E ancora: "Con mio fratello Alessandro e i miei genitori Maurizio e Franca aspettavamo la partita come una liberazione, la vivevamo tutti insieme allo stadio. Era bellissimo. Papà è stato camionista, poi camallo al porto. Dopo Shangai abbiamo abitato in via Garibaldi, vicino al mercato ortofrutticolo".

Il presidente della Ternana è Stefano Bandecchi, imprenditore anche lui di Livorno ma non esattamente delle stesse idee politiche di Lucarelli. "Il primo giorno ci abbiamo scherzato", ha ammesso il tecnico delle Fere, "Lui mi ha detto di essere liberale e di odiare le etichette, su questo siamo d'accordo. Mi ha scelto perchè gli piaceva come facevo giocare il Catania. Mi ha detto che da calciatore ero l'idolo di suo fratello".

Lucarelli si è soffermato anche sulle caratteristiche della sua squadra. "La palla deve essere nostra, è un dogma. E nei rari momenti in cui ce l`hanno gli altri, noi si aggredisce. Faticoso ma elettrizzante. Chi è contento mentre fa una cosa, la farà meglio", ha spiegato, "Poi, è chiaro che contano i ragazzi. Come dice il maestro Mazzarri, gli schemi sono importanti ma con i giocatori bravi vengono meglio. I tifosi più vecchi mi ripetono che non si divertivano così dai tempi di Viciani, anni Settanta. Per essere chiari: se al 90` stiamo pareggiando una partita che si era messa male, io voglio comunque vincerla nei minuti di recupero, com`è successo per esempio ad Avellino. E di uno 0-0 difensivo non voglio neppure sentir parlare per scherzo".

La Ternana ha comprato i diritti tv delle partite e le regala ai tifosi, in chiaro e in tutta Italia, canale 264 del digitale terrestre. Non lo fa nessuno. "Così verranno in tanti allo stadio quando si potrà di nuovo, per divertirsi con noi", ha evidenziato l'ex attaccante del Livorno, "Gli ascolti della penultima diretta fanno pensare: 700 mila telespettatori, e a Terni ci sono appena 110mila abitanti...stiamo creando curiosità. Qui, ogni partita è un mini campionato. Puntiamo alla B e siamo scaramantici, però pensiamo alla massima serie, possibilmente nello stadio nuovo. A parte che ormai tutti i livornesi guardano in tv la Ternana!". Il rischio è abituarsi agli stadi vuoti. "Già ci siamo quasi abituati, ed è triste", ha riconosciuto, "Anche se poi, a dirla tutta, a volte facciamo trasferte in stadi con centinaia di persone dentro, mancano solo le bandiere. La Serie C? Ho visto piazze dove si partiva alle 5 della domenica mattina per andare a giocare, con le nostre auto e senza neppure i soldi per la benzina. Invece, alla Ternana il 10 dicembre hanno pagato lo stipendio di novembre, e il 22 quello di dicembre: mai successo neanche in Serie A".