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Esciua: “Sì, è vero, c’è qualcosa che non va. Ma credo in questo Livorno e ci metto la faccia”

Il presidente amaranto ospite della trasmissione “Livornolé” a Granducato Tv: “Interverremo sul mercato. Favarin? Non si può più sbagliare”

Il presidente del Livorno, Joel Esciua (Foto Novi)

Livorno, 6 novembre 2023 – E’ stato il presidente del Livorno Joel Esciua l’ospite settimanale della trasmissione “Livornolé” condotta da Martina Parigi su Granducato Tv.

Dopo il pareggio casalingo per 1-1 contro il Follonica Gavorrano, con il Livorno che scivola giù in classifica (va recuperata la trasferta contro la Pianese), i temi affrontati sono stati davvero molti e delicati. Con Esciua ospite anche lo speaker ufficiale del Livorno, Gabriele Favilli.

"Giusto che sia qui” – “Sono qua per la terza volta in quattro mesi e vi ringrazio – ha esordito il presidente –. Oggi le cose si sono involute e trovo giusto essere qui”.

Uomo di numeri – “Non posso non guardare la classifica. Guardo il totale dei punti fatti dalle squadre che hanno giocato contro di noi, figuriamoci... La classifica la guardo, però dico che è vero che il settimo posto è indegno per il Livorno, ma è anche vero che abbiamo una partita contro la Pianese da giocare...”.

Pianese, sfida importante – “Secondo me è stato un vantaggio non giocare il primo novembre. Ci giocheremo dopo la trasferta difficile a San Donato, poi appunto la Pianese, poi il Cenaia. Voglio capire e vorrei che tutti si capisse se il problema è quando giochiamo con squadre più forti o se il problema sono le mura amiche. Dopo Piancastagnaio lo capiremo”.

Il brasiliano in prova – “Chiaramente c’è il mercato anche a dicembre, ci guardiamo intorno. Ora abbiamo un brasiliano in prova che può coprire 4-5 ruoli. Dipendendo dal modulo può veramente servire tanto. Non dobbiamo aspettare gennaio. Dobbiamo valutare un po’ di cose, ma lui è  un ragazzo solare, ben voluto dagli altri, si è messo in discussione”.

C’è qualcosa che non va – “Oggi Favarin è l’allenatore del Livorno. E’ chiaro che ci siamo parlati, guardati negli occhi. Abbiamo discusso in maniera costruttiva, ma è innegabile che certe cose non vanno. In questo momento, in questa situazione, c’è ancora la logica di inizio campionato che è quella di dare fiducia al tecnico, ma è anche vero che non si può più sbagliare. Settimana decisiva. Penso che ieri la partita non è stata la peggiore, ma ci vogliono spensieratezza e tranquillità: sono necessarie. Ho l’impressione che si sia in bilico. La partita di ieri non è stata comunque la peggiore in termini assoluti: ho visto 2-3 cose che mi sono piaciute".

Prima e dopo il Tau – “Segnali negativi già con il Sansepolcro, potevamo essere sotto di 2-1. Prima del Tau in media finivamo con 4-5 palle-gol nitide. Col Poggibonsi abbiamo giocato in maniera spettacolare e in maniera molto spensierata: grande entusiasmo e grandissima partita. Poi con il Tau mancavano Cesarini e Giordani, a centrocampo 2 su 3 titolari che non avevano mai giocato prima. Vero che sono entrati Cesarini e Luci nel secondo tempo, ma siamo partiti rimaneggiati”.

I mugugni – “I tifosi mugugnavano perché volevano un cambiamento alla guida della squadra. Devo solo ascoltare e devo capire. In quel momento però cio hanno dato il rigore e abbiamo pareggiato...”.

Tante partite – “Abbiamo 4 partite in dieci giorni, compresa la Coppa Italia il 22. Favarin è un allenatore intelligente, ha i nervi saldi, grande tranquillità e grande capacità di dirigere i ragazzi. E’ il primo a sapere che qualcosa non va, si assume le responsabilità. Penso che ieri è stata una giornata molto strana, con una partita cominciata un’ora dopo, non si capiva se si giocava o meno… Poi un modulo nuovo...”.

“Deluso dalla piazza? No” – “Non sono deluso perché avevo studiato l’indole dei livornesi nel bene e nel male. Prima della partita del Tau andava tutto alla stragrande. Giustamente fai un punto su 6 in casa con squadre così così… Ieri alla fine il Follonica ha festeggiato come una vittoria. Anche il senso di humor dei livornesi mi diverte. vado sui social e vedo cose particolari su Favarin e una su di me, qualcosa mi fa ridere. L’indole livornese mi piace e mi fa ridere, mi fa sentire bene. E’ una piazza che aumenta la sfida nella sfida: bisogna tornare fra i professionisti. Osvaldo Jaconi ha detto che a Livorno a volte ci facciamo del male da soli: ha detto una cosa vera e giusta, lo ammiro e rispetto tantissimo. In un campionato in cui ci vogliono le quote è chiaro che per i ragazzi sentire una pressione forte alla prima o alla seconda contestazione diventa più difficile. Ma finora la curva ha capito le difficoltà e la contestazione non ha toccato i ragazzi, sono contento di questo”.

Contestatori bannati – “Offese di carattere sportivo sono accettabili. Il problema sono le offese gravi per un tesserato della squadra su cose che sono di stampo polemico sulle origini di una persona e se fatte in maniera recidiva. Ventiquattro bannati su sedicimila, lo 0,15 per cento...”.

Abbonamenti – “I prezzi sono più alti dell’anno scorso, quando erano però particolarmente bassi. Ma quanto costa una partita per giocare solo allo stadio? Costa in media 4-5mila euro: costi affitto stadio, steward, vigili del fuoco, pulizie, ambulanza, eccetera. Poi sono a favore della meritocrazia, dei risultati che premiano o non premiano la squadra. Poi la media paganti l’anno scorso andò giù. Voglio far venire giovani bambini, donne. Poi per tutte le partite del campionato ho mantenuto prezzi ridotti per tutte le categorie. Ho fatto così perché mi sembra giusto: se facciamo bene si incassa di più”.

Sono cosciente – “Due vittorie fanno cambiare completamente. Forse sono stato frainteso: ho detto che abbiamo un programma per la B in cinque anni, troppo entusiasmo forse. Ma devo anche dire che succede ogni tre anni che c’è una squadra che vince il campionato con 20-25 punti di vantaggio, come il Catania, con 20mila spettatori a partita”.

Campionato difficile – “Prima dell’inizio avevo indicato le 5 squadre che sono ora in testa. Ma siamo settimi con una partita in meno, se vinciamo siamo terzi… Non bisogna essere troppo negativi della classifica. Eravamo primi quindici giorni fa, ci puntiamo. Io ci credo. E’ più difficile ma io ci credo. La rosa, il parco giocatori sono buoni. Per fortuna siamo troppi! Con gli infortuni importanti che abbiamo avuto… Bartolini è una grossa perdita. Poi il capitano Luci è eccezionale, di un’umiltà unica, eccezionale. La sua ambizione è di non essere protagonista: midce “se gioco 5 partite sono contento, vuol dire che c’è chi è più forte di me”. Bartolini fuori nella seconda partita vuol dire tanto, Sabattini rientrato ieri”.

Brisciani – “Ha preso una ginocchiata sulla schiena che ha toccato i nervi, ma l’infortunio non durerà molto”.

Cesarini – “E’ la punta di diamante, è fuori categoria nel senso più assoluto, il migliore in tutta la Serie D, è formidabile. Ha qualche piccolo malanno, niente di grave, ma non si è potuto allenare sempre quindi bisogna stare attenti. Lui sa quanto è importante per noi, vorrebbe giocare sempre, ci contiamo”.

L’attacco segna meno – “Abbiamo il miglior parco attaccanti del girone: Cesarini, Giordani, Cori e Mutton hanno fatto tanta Serie C. Poi Luis Henrique, Frati, Menga… Sono tanti, anche Kosiqi. Innegabile il calo. Giordani corre per gli altri e torna in difesa, fa anche il difensore in tante circostanze. Si era fatto male e ci mette un po’, non è ancora al cento per cento”.

Tante modifiche – “Brenna? Ha avuto forte febbre come Biagini e fatica a tornare in forma. E’ un ragazzo importante, nella difesa a tre si può trovare benissimo e finora non ha mai giocato nella sua posizione naturale, che è a destra. E’ importante per noi”.

Tenere sulla corda – “A inizio stagione mai un cambiamento, poi si è cambiato tanto, è vero. Prima di Querceta e poi dopo il Tau abbiamo fatto sette cambi su undici: è un dato di fatto”.

Il centrocampo corto – “Nel ritiro estivo il centrocampo era il pezzo forte. Il direttore sportivo e il mister hanno detto “basta, non ne prendiamo più perché il gruppo è già folto”. Purtroppo poi un’ecatombe… Bartolini rotto, Sabattini entrato ieri… Pecchia è stato lasciato partire, ma ero contrario proprio perché avrebbe fatto comodo, livornese vero, del gruppo, pronto a rimettersi in gioco…”.

Il caso Caponi – “Mi ha rattristato tanto. Lo abbiamo preso il primo settembre in un momento di grandissima euforia, ma tutti volevano la punta. Quando è arrivato è stato considerato da tutti molto importante, con più di 400 partite in Serie C, eccezionale sui calci piazzati, molto intelligente e con grande carattere, forse troppo. Sono nate situazioni che non erano totalmente prevedibili nello spogliatoio: voleva giocare di più. A dire di lui stesso lui si sentiva al 30 per cento delle sue capacità ma voleva giocare per dare il giusto contributo. Al 30 per cento non è facile fare tanto minutaggio in una squadra come il Livorno. Con il Real Querceta avevo accanto a me Silvio Baldini, che stimo tantissimo e che ha grande stima di Favarin: alla fine del primo tempo era deluso del risultato di 1-0 e basta. Caponi è entrato al novantesimo e non l’ha metabolizzato bene”.

Mercato – “Sicuramente. Dopo l’infortunio di Bartolini ho portato un paio di nomi importanti, poi c’era Caponi e siamo andati su di lui. Qualcosa c’è da fare”.

Quanti punti? – “Voglio nove punti nelle prossime tre partite. Pareggio con la Pianese e due vittorie comunque andrebbe bene. sette punti. Nove o sette”.

Il rapporto con i tifosi – “Il messaggio è che non vogliamo assolutamente essere offesi. Ci sono state forme esagerate. Chi capisce i lati umani condivide questo pensiero. Nel mondo dei social ci si può nascondere con nomi falsi o nomignoli: mi concederete che chi lo fa sistematicamente possa essere escluso. Un po’ di masochismo ce l’ho anch’io, ma fino a un certo punto. Facciamo tutti una giusta riflessione. Bannare 24 persone non è stata una scelta leggera, ma quando si arriva a livelli inaccettabili è giusto. Riflettiamoci tutti comunque. Sbagliamo tutti, io per primo”.

Bisogna comunicare – “Bisogna comunicare, in tutti i rapporti. Anche in questo ovviamente. L’unica cosa che ci interessa è il bene del Livorno. Dobbiamo uscire da questa categoria al più presto. In Serie C non si sarebbe arrivati a decidere se giocare o meno così a ridosso della partita, si sarebbe deciso prima. Grandissimo coraggio i tifosi della Fiorentina: “Non veniamo noi della Fiesole per solidarietà con gli alluvionati”. E’ stato un bel gesto”.