Livorno, 10 gennaio 2023 - "La Juventus non muore letteralmente mai": è una frase storica, pronunciata da un radiocronista negli scorsi anni e diventata storica. Una frase che può essere accostata anche al tecnico dei bianconeri, quel Massimiliano Allegri figlio di Livorno e che porta sempre nel cuore la sua città. Dopo un inizio da incubo, la Juventus ha inanellato una serie clamorosa di successi.
Otto di fila senza subire gol. Con un gioco che forse latita, ma estremamente redditizio. E così, dopo che di Allegri i tifosi avevano chiesto la testa nelle settimane scorse, il tecnico ora zitto zitto non solo guadagna nuovi consensi. Ma scala la classifica del campionato. Con una Juventus adesso seconda, a sette lunghezze dal Napoli primo ma appaiata al secondo posto al Milan.
Tante vittorie di "corto muso", come ama dire il tecnico prendendo a prestito il gergo del suo sport più amato, l'ippica. Due vittorie per 1-0 al rientro dalle vacanze mondiali, contro Cremonese a Cremona e contro l'Udinese in casa. E altri sei punti importantissimi.
Ancora una volta Acciuga, il soprannome straconosciuto di Allegri, stupisce tutto. Soprattutto i suoi concittadini, che tra ottobre e novembre pensavano di rivederlo in città dopo un esonero dalla Juventus che in alcuni momenti è sembrato molto vicino. Niente pensione dorata a Livorno. O almeno, a Livorno il tecnico ci torna spesso, perché non può stare senza il suo lungomare. Ma ci torna ancora da tecnico con pieni poteri della Juventus.
Anche stavolta il suo predicare calma ha vinto. Perché Allegri ha una caratteristica fondamentale, non va in confusione nei momenti difficili ma resta con i nervi saldi. E con un pizzico di distacco. E così, quando sembrava lui a dover uscire, è stata la dirigenza Juventus in realtà a dover rassegnare le dimissioni.
La fine della gestione di Andrea Agnelli, che si è dimesso dopo i guai giudiziari per l'inchiesta sulle presunte plusvalenze bianconere, ha restituito un Allegri ancora più forte. Sì perché John Elkann, plenipotenziario della galassia Agnelli, ha doppiamente investito su Allegri, affidandogli anche la gestione dell'area tecnica. Un dirigente in pectore insomma, che guida i suoi in panchina ma che lo fa anche fuori dal campo, alla scrivania.
Saranno mesi impegnativi per Allegri, che non mancherà però di tornare a Livorno appena gli impegni glielo consentiranno. Gli amici del Bar Ughi in Coteto, il covo di Allegri, sono lì ad aspettarlo. Loro di Massimiliano, come chiamano l'amico, e della sua grinta per risalire non hanno mai dubitato.