“Con Noi Moderati parlo con i vertici nazionali tra cui il sottosegretario Silli, Pascucci, Spezzano: massima sintonia. Certo se un soggetto isolato lamenta di non sentirsi a suo agio di certo non lo trattengo con la forza a restare: se uno dice così può anche andar via”. Così Alessandro Guarducci, nella sua intervista a La Nazione aveva isolato le fibrillazioni delle ultime settimane all’interno della coalizione riducendole a una e una soltanto, avente un nome e un cognome: Gionata Giubbilei, esponente locale del partito del leader Maurizio Lupi. E nelle ore in cui sempre a destra anche nel fronte locale di Fratelli d’Italia si (ri)acuiscono i rapporti tra dirigenti e militanti storici, questo Giubbilei ieri ha fatto: “Ho rassegnato le dimissioni da coordinatore provinciale di Noi Moderati”, rivela a La Nazione. La goccia che ha fatto traboccare il vaso? “Il mancato sostegno dei vertici regionali e nazionali del mio partito, che invece hanno espresso pieno sostegno e solidarietà a Guarducci: invece che prendere mia posizione hanno preso la sua. Basta, è troppo”. E come un fiume in piena, comincia ad esondare circa le ragioni di “incompatibilità” tra lui e il candidato sindaco delle destre: “Come può un liberale andar d’accordo con un social-dirigista? Un berlusconiano con uno che ha vissuto e lavorato attaccando Berlusconi? Io amo la dialettica, lui lo scontro e se non la pensi come lui devi essere escluso, io affronto le questioni in prima persona, lui corre subito dai ‘potentati’ regionali a chiedere aiuto e sostegno. Io condivido, lui impone”. Ancora: “In una delle sue bozze di programma parlava del divieto di vendita degli alcolici dopo le 17, con annessa chiusura dei minimarket: norme illiberali irricevibili. Oppure costosissimi e inutili progetti per la costruzione di sottopassi lungo il viale Italia”. Ma più di tutto, per Giubbilei è risultata “intollerabile la tendenza e la ricerca spasmodica di accordi con personaggi di sinistra che si schierarono contro la proprietà privata, un vero sacramento per noi liberali. La coalizione è di centrodestra, ma quella che ha in mente lui si allarga da Azione in poi”. Appare risoluto l’ormai ex coordinatore, tanto da parlare di “dimissioni irrevocabili”: “Gli alleati locali di Lega e Fratelli d’Italia come Gasparri e Lensi hanno provato fermarmi, a dimostrazione degli ottimi rapporti che ho instaurato con gli alleati locali. Lo stesso non può dirsi a livello provinciale: impossibile il dialogo con Forza Italia”. Non resta che chiedere a questo punto del futuro politico di Giubbilei: “Devo ancora capirlo, ma una cosa è certa: il 9 giugno opterò per il voto disgiunto: voterò convintamente il centrodestra, ma non il candidato sindaco”.
di Francesco Ingardia