MONICA DOLCIOTTI
Economia

Livorno, prima pietra per la bioraffineria Eni. Produrrà 500mila tonnellate l’anno

I vertici Eni per l'evento che coincide con gli 85 anni della raffineria di Stagno

Livorno, 14 ottobre 2024 - Duplice festeggiamento alla raffineria Eni di Stagno tra Livorno e Collesalvetti lunedì 14 ottobre, per il 'compleanno' della raffineria, 85 anni (fu realizzata tra il 1936 e il 1938 quando entrò in esercizio) e la posa della prima pietra della bioraffineria, che rappresenta il futuro della produzione di biocarburanti.

La risposta di Eni al bisogno di soddisfare il bisogno di carburanti a basso impatto ambientale tale. Il direttore trasformazioni industriali Eni, Giuseppe Ricci ha sottolineato: "E' una follia assoluta il passaggio totale all'elettrico". Il presidente del cda Eni Giuseppe Zafarana ha assicurato "la salvaguardia di tutti  i posti di lavoro con la realizzazione della bioraffineria" come auspicato dai sindaci di Livorno e Collesalvetti.

La prima pietra della nuova bioraffineria è stata posta all'interno del cantiere di scavo delle fondazioni dell'impianto che sarà realizzato all'interno del perimetro della raffineria esistente. La bioraffineria di Livorno avrà un volume di produzione di 500.000 tonnellate all'anno di carica, in linea di massima per la produzione di Hvo, diesel di origine biologica che potrà essere utilizzato nei mezzi tradizionali e soprattutto attraverso la filiera logistica già presente in termini di distribuzione di motori a combustione interna.

Alla cerimonia hanno partecipato anche i sindaci di Livorno e Collesalvetti, Luca Salvetti e Sara Paoli.

"Vorrei esprimere tutto il mio orgoglio per questa giornata - ha detto Zafarana - in cui mi piace sottolineare alcuni aspetti. E cioè che Livorno, città in cui è nata l'industria energetica italiana, continua a essere protagonista anche per il futuro cavalcando la transizione energetica che è in atto".

Per Zafarana "questo lo fa appunto attraverso la prossima bioraffineria in ordine alla quale mi preme sottolineare tre aspetti: utilizzerà tecnologia di proprietà Eni, che significa grande capacità di innovazione e ricerca, lo fa con un grande attenzione al sociale tant'è che verranno salvaguardati tutti i livelli occupazionali diretti e indiretti che sono attualmente presenti a Livorno, e in terzo luogo sempre la città di Livorno diventa protagonista con riguardo al 'piano Mattei', perché la materia prima che sarà utilizzata in buona parte arriva dai nostri agri-hub in Africa".

Eni bioraffineria posa prima pietra
La posa della prima pietra (foto Novi)

A margine della cerimonia Giuseppe Ricci, direttore trasformazione industriale Eni, ha sottolineato: "Le nostre bioraffinerie sono molto flessibili e possono trattare qualsiasi tipo di carica vegetale proveniente da coltivazioni da terreni degradati o comunque non in competizione con la catena alimentare, o una larga gamma di scarti e rifiuti come gli olii di frittura, grassi animali materie prime animali di scarto della zootecnia o agricoltura". "I prodotti che escono oggi - ha aggiunto Ricci - sono l'Hvo (Hydrotreated vegetable oil), prevalentemente, che può essere utilizzato in purezza in qualsiasi tipo di veicolo assicurando una riduzione della Co2 in tutto il suo ciclo di vita dal 65% fino al 90%, risultando così perfettamente compatibile, come effetto di riduzione delle emissioni ghg (gas a effetto serra), a un veicolo elettrico".

Secondo Ricci "in prospettiva potremmo anche pensare di produrre anche il Saf (Sustainable aviation fuel), che ricordo Livorno è stata la prima raffineria a produrlo, in quantitativi modesti, fino a due anni fa utilizzando una materia prima proveniente dalla bioraffineria di Gela e 'upgradandola' qua, cosa che stiamo facendo anche oggi". I vantaggi per l'ambiente dati dal nuovo impianto sono di due tipi: "Il vantaggio per il sito industriale - ha osservato ancora - è che avrà emissioni decisamente inferiori rispetto a una raffineria tradizionale, quindi avremo già un beneficio diretto sulle emissioni di tutti i componenti inquinanti tipici della combustione di prodotti petroliferi, e il secondo beneficio che è quello di contribuire alla decarbonizzazione dei trasporti, una delle sfide principale per la lotta ai cambiamenti climatici".

Le aree dove sono previsti i nuovi impianti della bioraffineria, già delimitate dal gennaio scorso per le attività preparatorie, sono situate nella zona sud della raffineria odierna. Qui verranno costruiti i tre nuovi impianti che produrranno rispettivamente Hvo diesel, Hvo nafta e bio-gpl da materie prime rinnovabili, mentre verranno mantenuti in marcia la linea di produzione carburanti. Rimane inoltre a Livorno come hub logistico il deposito per l'importazione della benzina, gasolio e cherosene che servono al centro Italia finché ci sarà domanda. "Al momento - ha spiegato Ricci - prevediamo di mantenere ancora degli impianti, che sono una minima parte, per l'ottanizzazione delle benzine, cioè per introdurre delle benzine bassottaniche prodotte da altre parti".