LORENZO MUFFATO
Cultura e Spettacoli

"Notre Dame de Paris" a Livorno, Matteucci: "Spettacolo sempre attuale"

Venerdì 28 e sabato 29 l'intramontabile musical con le musiche di Riccardo Cocciante, intervista allo storico Frollo

Vittorio Matteucci

Vittorio Matteucci

Livorno, 27 febbraio 2020 - Passano gli anni, ma questo spettacolo, attuale più che mai, non tramonta mai: Livorno è pronta ad accogliere, tratto dal celebre romanzo di Victor Hugo, “Notre Dame De Paris”. Ancora in scena al PalaModigliani (dopo il successo del 2012) per due serate fantastiche, venerdì 28 e sabato 29 febbraio, con i protagonisti del cast originale che ha appassionato il pubblico di tutto il mondo trascinati dalle fantastiche musiche di Riccardo Cocciante pronti a emozionare ancora una volta Livorno. Per la prima volta sul palco labronico ci sarà anche il livornese di nascita Vittorio Matteucci, la perfetta e storica incarnazione di “Frollo” emozionato per il suo ritorno nella città natale.

Matteucci, nato a Livorno ma cresciuto a Padova. Cosa si aspetta da questo spettacolo? E come è cambiato in ormai 20 anni di rappresentazioni?

“Dunque, intanto ci tengo a precisare che sono andato via da Livorno quando ancora ero piccolo, ma sono sempre venuto a sciacquare i panni nel Tirreno (ride, ndr). Scherzi a parte, mi sono sempre sentito livornese, la mia famiglia è qui e tutte le estati vengo a Livorno. Per me è un’emozione esagerata, pazzesca. Non vedo l’ora che inizi lo spettacolo: è la prima volta che mi esibisco a Livorno perché l’ultima volta Frollo fu impersonato da Marco Manca, elbano di Portoferraio. Poi è stato riproposto il cast storico ed eccomi qui. Il pubblico livornese ha grande passione e questo spettacolo raccoglie 5 generazioni che lo amano”.

Uno spettacolo che affronta delle tematiche sociali molto importanti. Emarginazione, ingiustizia sociale, discriminazione e abuso di potere. In questo momento storico pensa che sia più attuale che mai?

“La cosa incredibile è che tutte le volte ci accorgiamo che la grande letteratura è di un’attualità spaventosa. Ci sono delle tematiche ancora irrisolte che fanno parte dell’uomo come il rapporto con dio, con il diverso e il potere. Quasimodo è la reincarnazione di queste tematiche, osteggiato proprio perché diverso e non capito. Ma i diversi sono anche i clandestini e volendo anche il prete innamorato, una battaglia che sta combattendo Papa Francesco. Insomma, ce n’è per tutti…”.

Come si sente quando è sul palco? Che emozioni prova?

“Vorrei anche precisare che ci muoviamo in 100 persone, non smettiamo mai di fare prove ed a fine spettacolo controlliamo che sia andato tutto per il meglio: acrobati, ballerini e tutto il resto. Veramente cose dell’altro mondo. Nonostante i quasi 20 anni trascorsi dalla prima italiana, lo spettacolo è sempre di una freschezza incredibile e offre a noi un qualcosa di diverso. Mi emoziona, non solo me, ma a tutti noi. Restituiamo concretezza al pubblico che ci ringrazia sempre con applausoni, magico”.

Lo storico Frollo…ci descrive un personaggio che racchiude in sé i tratti del bene e del male? E qual è la sua difficoltà nel farlo?

“Dopo quasi 20 anni ormai lo prendo in maniera diversa, il mio rapporto con il personaggio è più consapevole. Frollo è un essere umano tipico, a tratti reazionario. Pieno di passione, umanità ma anche cattiveria: incarna tutti i sentimenti all’ennesima potenza. Perde il cervello per la bella Esmeralda, ma è un amore carnale e non vero amore come vuol far intendere lui. Su di lui si affronta anche il problema del dogma della chiesa, “i preti innamorati”.