Come nasce uno spettacolo? Al via “Teatro a porte aperte”

Si parte l’8 settembre al Teatro Nardini di Rosignano Marittimo

Livia Gionfrida

Livia Gionfrida

Rosignano Marittimo (Livorno), 6 settembre 2023 – Accogliere lo sguardo dello spettatore in uno spazio che tradizionalmente gli è precluso, quello delle prove, per assistere senza filtri alla creazione di un lavoro artistico. È questa l’idea alla base di “Teatro a porte aperte”, nuovo format di Armunia che invita a immergersi nel processo creativo all’origine di ogni spettacolo. Artisti e compagnie in residenza negli spazi della fondazione diretta da Angela Fumarola e sostenuta da Ministero della Cultura, Regione Toscana e Comune di Rosignano Marittimo daranno a chi lo desidera la possibilità, gratuitamente e in date e orari definiti, di sedere in platea non per partecipare a un’opera compiuta o a una prova aperta pensata per la partecipazione del pubblico, ma per testimoniare la ripetizione, lo scarto, le false partenze, il confronto, la ricerca: il terreno fertile su cui fiorisce l’opera scenica. Si parte venerdì 8 settembre con un primo appuntamento dalle 18 alle 20 presso il Teatro Nardini di Rosignano Marittimo, Livorno (via dei lavoratori 21a), insieme a Roberto Latini e al gruppo con cui sta portando avanti il nuovo progetto “Pagliacci All’uscita”, composto da Ilaria Drago, Elena Bucci, Marcello Sambati e Savino Paparella.

Tra gli artisti che prenderanno parte a “Teatro a porte aperte” fino a dicembre anche Livia Gionfrida e Cristina Rizzo (su prenotazione a staff@armunia.eu e 0586.754202). Prodotto da Compagnia Lombardi Tiezzi con il sostegno del Centro di Residenza della Toscana (Fondazione Armunia - Capotrave / Kilowatt) “Pagliacci All’uscita” – che debutterà il 29 settembre al Teatro Vascello di Roma, da cui è anche coprodotto – si presenta mettendo uno accanto all’altro due testi molto diversi: il libretto di “Pagliacci”, opera di Ruggero Leoncavallo che debuttò a Milano nel 1892, e “All’uscita”, atto unico che Luigi Pirandello definì “mistero profano”, in scena a Roma nel 1922. Due lavori distanti, per stile e contenuto, eppure capaci di una comune sensazione che li rende profondamente accostabili; il primo è immerso nel Verismo di fine ‘800, nella trama spietata del delitto d’onore e d’amore, il secondo è una parabola metafisica, quasi filosofica. Sembrano, per struttura e forma, collocabili da una parte all’altra di un ponte ideale, fondamentale per la letteratura teatrale, che a cavallo dei due secoli riesce a trasformare i percorsi sintattici in prospettive drammaturgiche; uno accanto all’altro, creano un terzo materiale, indipendente, un’occasione per riflettere nel tempo di oggi attraverso i riflessi dei secoli scorsi. “Teatro a porte aperte è un invito alla prova rivolto alla cittadinanza – spiega Angela Fumarola – per guardare da vicino il lavoro dalle compagnie in residenza. Dalla platea sarà possibile osservare il meticoloso processo creativo che gli artisti e le artiste mettono in atto prima della prima. Scarti, attese, ripetizioni, esitazioni e pazienza, Teatro a porte aperte è un invito a non attendere l’esito, ma il suo compiersi. A partire dall’autunno 2023 sarà favorito sempre più l’incontro con la pratica artistica, nel rapporto tra cultura, cittadini e luoghi per la creazione, nell’attesa del 2024. Nel suo essere casa per gli artisti, Fondazione Armunia è aperta anche a chi vuole avvicinarsi ai linguaggi performativi attraverso incontri formali e informali, lasciando a tutti e tutte la libertà di nutrire con il proprio sguardo nuovi orizzonti”.