Livorno, 8 marzo 2021 - La violenza maschile verso le donne, in tutte le sue forme, è un fenomeno di portata endemica in tutti i paesi del mondo, attraversa tutte le categorie di classe, razza, età e religione e i confini nazionali. Solo recentemente la violenza contro le donne è stata riconosciuta internazionalmente come un problema di salute globale e una violazione dei diritti umani che si configura come un importante ostacolo al raggiungimento dell’uguaglianza di genere.
Un anno fa l’emergenza pandemica improvvisa costringeva tutti/e al lockdown Questo regime legale eccezionale, è stato sostenuto e implementato con una politica di comunicazione intensa, basata sulle parole chiave “io resto a casa”, “restiamo a casa”, “ce la faremo” e “andrà tutto bene” diffuse su tutti i media comunicativi, dai social network, ai giornali e alle televisioni, al fine di favorire l’avallo da parte della popolazione italiana delle regole di comportamento predisposte all’interno del regime di lockdown statale.
Se per larga parte della popolazione italiana questo sforzo era visto come necessario e comprensibile, per altre fasce fragili, come le donne vittime di violenza domestica, la casa invece di rappresentare l’unico posto sicuro è rimasto un luogo di incertezza e paura . Le prime ricerche sociali riportano un aumento del 70% della violenza domestica in questo periodo, il restare a casa ha assunto per alcune donne i connotati del pericolo, ma anche il significato del ritorno all’esclusione dalla vita economica del paese e, di conseguenza, anche della loro libertà di scegliere di uscire da situazioni di violenza e dipendenza dal loro carnefice” .
I dispositivi di intervento e protezione già esistenti anche nella nostra regione quali la rete dei centri antiviolenza e la rete dei Codice Rosa sono rimasti nella prima fase del lockdown quasi del tutto silenti per le difficoltà oggettive delle donne bisognose di intervento di contattarli , ha assunto quindi un posto di primaria importanza il numero 1522 numero gratuito di pubblica utilità per interventi di antiviolenza e stalking , tant’è vero che anche i principali canali televisivi lo pubblicizzavano spesso.
In questo contesto la Conferenza Toscana delle Donne Democratiche ha lanciato un altro canale di diffusione del numero proponendo di stamparlo sugli scontrini fiscali delle farmacie. La prima città toscana che ha risposto favorevolmente a questa proposta è stata Pistoia.
Oggi 8 Marzo 2021 la città di Livorno è l’altra realtà che mette in atto questo canale di diffusione del numero antiviolenza .
La Conferenza Donne DEM di Livorno ha proposto al Comune di Livorno di ampliare l’informazione riguardo al numero attivo 24 ore su 24 stampandolo sugli scontrini delle farmacie comunali e private. Molto velocemente il Comune di Livorno si è attivato presso l’amministratore unico di FarmaLi Srlu Farmacie Comunali di Livorno e presso le Confederazioni delle Farmacie private per invitarle ad aderire. La risposta è stata positiva da parte di tutti i soggetti e si auspica il coinvolgimento di altre attività commerciali perché la diffusione del numero antiviolenza è un dispositivo iniziale che può portare le donne fuori dal tunnel del pericolo incombente e salvare le loro vite. Rivolgiamo un appello a tutti perché chiunque può denunciare la violenza sulle donne e farsi carico, attraverso un gesto responsabile, di contrastare questa emergenza sociale.