REDAZIONE CRONACA

Violenza di gruppo e selfie col ’trofeo’

Quattro giovani arrestati con l’accusa di stupro di una ragazza. Il fatto è avvenuto in spiaggia, in una notte d’agosto. Le indagini

In quattro avrebbero abusato di una ragazza sulla spiaggia. E poi uno di loro, come fosse un trofeo da esibire aveva inviato su Whatsapp, un selfie che lo ritraeva con un induento intimo della vittima. La terribile violenza nei confronti di una ventenne di Bagno a Ripoli (Firenze) in vacanza nella nostra zona, sarebbe avvenuta, secondo quanto hanno ricostruito gli investigatori, la notte tra il 2 e il 3 agosto scorsi sulla spiaggia di Marina di Bibbona. Pesanti le accuse per quei quattro giovani, tutti italiani tra i 23 ed i 26 anni, residenti nella Val di Cecina, che sono stati arrestati dai carabinieri dopo quattro lunghi mesi di indagini coordinate dalla procura di Livorno. Nelle ultime ore i militari hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare del gip che ha disposto per ciascuno degli indagati gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Le indagini del nucleo investigativo dei carabinieri di Livorno avrebbero consentito di raccogliere quelli che gli inquirenti definiscono "una serie di inequivocabili riscontri" alle dichiarazioni della ragazza in sede di ricostruzione della vicenda. Una vicenda che aveva già sconvolto l’estate di Marina di Bibbona a fine agosto quando, nonostante il totale riserbo degli investigatori, erano cominciate a trapelare le prime frammentarie indiscrezioni. L’incubo per la giovane vittima era cominciato in un locale della costa, in una serata estiva che sembrava come tante, tra qualche bevuta e l’allegria spensierata dei vent’anni. Poi, sempre secondo la ricostruzione degli inquirenti, la comitiva aveva deciso di trasferirsi in spiaggia. La ragazza si sarebbe fidata di due ragazzi del gruppo che conosceva, ma una volta in riva al mare, lontano da tutti, le risate e il divertimento avrebbero lasciato spazio alla violenza. Sempre dalle indagini è emerso che i quattro avevano bevuto alcool. Un particolare agghiacciante riferito poi dagli inquirenti riguarda il maggiore del gruppo, il 26enne, che dopo la violenza avrebbe condiviso su Whatsapp una sua foto con indosso un indumento intimo della donna, quasi come una sorta di trofeo. Lo stesso indumento che successivamente è stato poi ritrovato nella casa del giovane e che è stato sequestrato. L’indagine era partita il 5 agosto scorso quando i carabinieri di Cecina erano stati chiamati dal personale sanitario dell’ospedale perché quella mattina si era presentata al pronto soccorso la ventenne raccontando di essere stata vittima di violenza.

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