MONICA DOLCIOTTI
Cronaca

"L’allenatore è stato corretto. Nessuna offesa al bambino". Caso Vicarello, la replica dell’avvocato

Il tecnico, per mezzo del legale, risponde alle accuse del padre del bimbo che sarebbe stato chiamato insultato per via dei suoi disturbi del comportamento

Una partita di bambini (foto d'archivio)

Livorno, 24 febbraio 2024 – Sulla vicenda del bambino con disturbi del comportamento, che frequenta i corsi di mini-basket alla Polisportiva di Vicarello che, secondo il racconto del padre, sarebbe stato chiamato ’mongolo’ dall’allenatore, interviene l’avvocato Cristiano Spadoni a nome dell’allenatore. "Il mio assistito nega di aver apostrofato il bambino con tale epiteto, tanto ingiurioso quanto odioso nei confronti di chiunque abbia un deficit, di qualsiasi genere. La correttezza dell’operato dell’allenatore in tale frangente è stata immediatamente confermata dalla direttrice tecnica della società, la quale ha dichiarato (nel medesimo articolo, ndr) di aver lei stessa richiamato all’ordine i bambini, in quanto non seguivano le direttive impartite loro e di aver notato che il bambino in questione si era messo a piangere. Anch’essa ha negato che chiunque abbia proferito espressioni ingiuriose nei confronti del piccolo, tanto meno l’epiteto riferito nell’articolo".

Prosegue l’avvocato: "Tuttavia, prima di chiedere un chiarimento con il diretto interessato e con la società, il padre del bambino ha pubblicato sul social media Facebook, nel gruppo ’Indignati del Colle’, una serie di post altamente lesivi dell’onore e della reputazione del mio assistito, atteso che anche senza l’indicazione delle generalità, il destinatario della condotta diffamatoria è risultato agilmente individuabile in quanto l’unico allenatore di basket della Polisportiva Vicarello, sia della prima squadra che del minibasket. Occorre riferire che il mio assistito svolge l’attività di allenatore di basket da oltre trenta anni e in tale veste è conosciuto, stimato e apprezzato in tutto il territorio provinciale ed oltre".

In risposta ai post del padre del bambino "alcuni genitori presenti all’allenamento hanno confermato la versione della direttrice tecnica, – precisa l’avvocato – smentendo l’assunto che il bambino sia stato offeso in qualsiasi modo. A stretto giro dalla pubblicazione dei post, il mio assistito ha ricevuto una moltitudine di chiamate e messaggi da colleghi e persone legati all’ambiente del basket cittadino, i quali chiedevano lumi in merito all’accaduto, a riprova di come il destinatario della condotta diffamatoria fosse identificabile immediatamente. Pertanto, nel ribadire di aver agito nei confronti del bambino in questione, così come di tutti gli altri affidatigli, con correttezza, il mio assistito si riserva di intraprendere nei confronti del padre del bambino ogni azione legale tesa alla tutela del proprio onore e della propria reputazione".