Portoferraio (Livorno), 30 giugno 2023 – “Il cambiamento climatico non ha risparmiato neanche noi viticoltori e ci ha costretto ad anticipare la vendemmia. Quest’anno prima la siccità, poi un maggio da paesi tropicali con piogge torrenziali miste a sole ha favorito funghi e malattie delle viti come la peronospora. Ma alla fine l’uva è molto bella e sana".
La videointervista
E’ soddisfatto del suo lavoro Antonio Arrighi, uno dei maggiori produttori di vino dell’isola d’Elba. L’azienda Arrighi si trova nel Parco, è un’azienda biologica di 22 ettari di cui 9 di vitigni, 55mila bottiglie prodotte con una distribuzione nazionale dalla Sicilia al Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta. All’estero esporta in Olanda e negli Stati Uniti.
"Con oltre due milioni di presenze i viticoltori elbani producono per il fabbisogno interno. Tutti o quasi finiscono il vino a fine stagione. Solo alcuni di noi, i più grandi, guardano al mercato nazionale e internazionale e partecipano al Vinitaly".
Del resto la storia dell’Elba è fatta di viticoltura. "Oggi il mercato elbano produce 500 mila bottiglie. Sono 14/15 produttori in vitigni sia autoctoni che alloctoni. Abbiamo sia vini IGT che DOC, mentre l’unico DOCG l’Aleatico, che è l’unico DOCG dolce in Italia. Ne produciamo 40/50 mila bottiglie è il vino più famoso della tradizione elbana, il vino di Natale, delle grandi occasioni, che si accompagna con la schiaccia briaca o con la schiacciunta. Poi ci sono l’Ansonica che è un vecchio vitigno portato dai greci, la Malvasia che oggi è un po’ calata, il Procanico ovvero Trebbiano Toscano, il Vermentino, che in dcchi chiamavano Riminese. Per il rosso abbiamo il Sangioveto, un Sangiovese con i grappoli più piccoli".
Valerie Pizzera