
Vigili del fuoco(Foto archivio)
Cecina, 18 gennaio 2018 - Appicarono il fuoco alla loro pizzeria per truffare l'assicurazione: questa l'accusa che ha portato alla denuncia di tre persone, la titolare 47enne del locale, il suo convivente di 43 anni e il figlio ventenne, ritenuti responsabili in concorso di tentata truffa, incendio doloso e simulazione di reato. Tutti e tre sono stati raggiunti dalla misura cautelare di obbligo di dimora (in un comune fuori provincia di Livorno) disposta dal gip ed eseguita dai carabinieri di Cecina (Livorno). L'origine dolosa dell'incendio che il 24 ottobre scorso devastò la pizzeria in località Mazzanta a Cecina fu immediatamente accertata dai militari intervenuti sul posto: i militari trovarono una tanica utilizzata per cospargere di liquido infiammabile il locale. La proprietaria fece subito denuncia, ma dai riscontri investigativi sarebbero emerse alcune incongruenze.
I militari di Cecina, coordinati dal pm della procura di Livorno Giuseppe Rizzo, hanno avviato una complessa attività investigativa che ha consentito di accertare la presenza sul luogo proprio nel momento dell'incendio dei tre, contrariamente a quanto riferito in sede di denuncia. Nel corso dell'indagine inoltre, è stato accertato l'intento dei tre di accordarsi su quanto avrebbero dovuto riferire ai carabinieri, arrivando a concordare un'unica versione, secondo cui nessuno dei tre si era allontanato dall'abitazione nel momento dell'incendio. Accertato dai carabinieri anche il movente: truffare l'assicurazione. L'attività commerciale aveva una perdita finanziaria importante e il locale era assicurato proprio contro gli atti vandalici ed i danneggiamenti dolosi. Nel corso degli accertamenti emerso infine che i tre, prima di dare alle fiamme il locale, avevano studiato il tragitto da percorrere quella notte per evitare di essere ripresi dalle telecamere a circuito chiuso ed evitare i posti di controllo delle forze dell'ordine.