
Trelleborg e la magia di una guarnizione che diventa business mondiale. La multinazionale svedese, che ha uno stabilimento di punta a Livorno, festeggia i suoi primi cinqunt’anni. E lo fa, rimandando i grandi eventi al posto Covid, raccontando la storia di questa multinazionale con radici profonde a Livorno. Era il 1905 quando nella cittadina svedese di Trelleborg iniziarono i primi lavori sulle ruote delle biciclette. Una piccola attività diventata oggi un impero specializzato nelle guarnizioni. Raccontano con orgoglio la crescita della Trelleborg, Francesca Mazzantini, direttore finanze e risorse umane, Stefano Rapa general manager direttore dell’area produzione e Francesco Marano managing director dell’area commercializzazione. Siamo di fronte a una realtà che, con i suoi 150 dipendenti nel settore produzione e 35 in quello commerciale, rappresenta uno dei fiori all’occhiello del nostro territorio.
"L’azienda è ben radicata – lo conferma con soddisfazione Umberto Paoletti direttore di Confindustria che consegna le targhe per ricordare i cinquant’anni di attività – e questo per noi è un bel biglietto da visita". Una produzione altamente specializzata e in continua trasformazione, frutto di un centro di ricerca e sviluppo interno all’azienda. "La nostra realtà ha un fatturato di 10-12 milioni di euro l’anno – dice Rapa – e vanta fino a 5mila articoli. Elevato mix di prodotti diversi e bassi volumi". Così le guarnizioni hanno permesso alla Trelleborg di conquistare tanti mercati, forte in Italia e in Europa, si è imposta anche in America, Cina e India. Da quei piccoli anellini di gomma – elementi semplici ma di grande complessità ingegneristica – che vengono montati su orologi e che costano pochi euro, a guarnizioni del diametro di 2 metri che possono lievitare fino a 2mila euro. Gomma, tecnopolimeri, Livorno è il centro eccellenza del poliuretano. "Il cliente – dice Marano – cerca un’organizzazione che risolva i problemi e noi riusciamo a farlo, a tutti i livelli. Trelleborg è un’azienda globale con il contatto locale".
Qual è il segreto della Trelleborg? "Facciamo continui investimenti – dice l’ingegner Rapa – sia sui macchinari che nella formazione, anche dei manager. Forte è la spinta all’innovazione". E la presenza di un centro di ricerca e sviluppo all’interno dell’azienda è un elemento di eccellenza. grande attenzione poi alle giovani generazioni. E’ la Mazzantini a sottolineare la necessità di avere tecnici altamente specializzati, ma non è facile, e questo è un bel problema in un territorio che ha fame di lavoro, trovare ingegneri e tecnici con specifiche competenze. Un problema perchè, dicono i manager di Trelleborg con una punta di dispiacere, manca il contatto tra azienda, mondo della scuola e dell’università. "Abbiamo ospitato studenti di Torino – dicono – ma quando cerchiamo referenti sul territorio, troviamo qualche problema". Su questo, l’impegno di Confindustria è stato molto chiaro: "Stiamo cercando di intercettare i presidi delle scuole superiori e anche consolidare i contatti con l’Università di Pisa. E’ un problema culturale, perché lavorare in fabbrica non è più come una volta e le retribuzioni sono interessanti anche per i non laureati". Formazione e burocrazia, è su questi elementi che le multinazionali presenti a Livorno si scontrano. Ma la cultura aziendale in Trelleborg è talmente elevata che vince sul ’sistema Italia’.
Michela Berti