Livorno, 4 febbraio 2025 – Elia Fornai a nome del Coapi (Coordinamento pescatori e agricoltori italiani), spiega le ragioni della mobilitazione degli agricoltori che ieri si sono recati in presidio al piazzale Zara al porto di Livorno, nei pressi dei silos dei Grandi Molini Italiani.
“Resteremo fino a mercoledì e dormiremo qui. Abbiamo noleggiato un casa prefabbricata, abbiamo i letti e la cucina da campo, dove prepariamo i nostri pasti con i prodotti delle nostre aziende. Insomma siamo a Livorno per dire che le aziende agricole, della pesca e dell’allevamento sono in crisi. Le proteste del 2024 hanno permesso di mettere in luce le problematiche di tutti questi settori. Ora ci siamo organizzati a livello nazionale, per coordinare la protesta e chiedere all’unanimità lo stato di crisi del comparto agricolo (incluso l’allevamento) e della pesca”. Sono arrivati agricoltori con i trattori dalla provincia di Livorno, Pisa, Lucca, Arezzo, Siena.
Quando gli agricoltori sono arrivati ieri mattina a Livorno (oggi ne arriveranno altri), si sono diretti subito ai Grandi Molini e lì hanno fermato i camion in entrata e uscita “e proseguiremo anche oggi – annuncia Elia Fornai e in corteo dalle 10 alle 13 sfileremo intorno al porto fino alla Darsena Toscana”.
Di tre presidi iniziati il 28 gennaio, “abbiamo deciso di organizzarne uno solo a Livorno – aggiunge – al porto, dove sbarca di tutto, dall’olio della Turchia, al grano dell’Ucraina e Canada e della Russia (che passa dalla Turchia); ortaggi e frutta, cereali di ogni specie e il miele certo non made in Italy. I prodotti che arrivano via terra sono tracciati, ma quelli che arrivano via mare no”. “Ci ha mandato ancora di più in bestia – spiega – oltre alle politiche dell’Unione Europea e burocrazia, anche il costo delle materie prime, fino al prezzo di vendita dei nostri prodotti. Ad esempio un quintale di grano ce lo pagano 30 euro, con 80 kg. di farina si fanno 110 kg. di pane circa. Il pane al kg. costa in media 3,50 euro”. Lancia poi un appello ai consumatori: “Noi produttori e i consumatori siamo gli anelli deboli della catena. Noi perché siamo sotto pagati, loro perché pagano un prodotto finale a prezzi esosi. A questo punto invitiamo i consumatori a firmare la petizione che il movimento sta diffondendo. Si può firmare sul sito Coapi e partecipando ai nostri eventi, come la manifestazione a Roma il 5 marzo al Campidoglio”.