Livorno 15 agosto 2021 - "Quando abbiamo detto che in via cautelativa era bene chiudere la pista ciclabile di Stagno (dove è emersa a luglio la presenza di amianto e altre sostanze inquinanti durante i lavori di scavo per l'oleodotto Eni adiacente la pista, ndr), l'amministrazione comunale di Collesalvetti aveva risposto che non era necessario nonostante ci fossero ancora valutazioni da fare. Ora arriva la decisione di chiudere la pista e contemporaneamente l'amministrazione annuncia che gli enti preposti hanno certificato la totale assenza di pericoli. Allora perché interdire l'uso della pista dal 13 agosto con decisione del sindaco Adelio Antolini per tutta la durata del piano di indagine sull'area?". A chiederlo è La Sinistra di Collesalvetti che ha fatto accesso alla documentazione di Arpat per vederci chiaro. Fu proprio La Sinistra di Collesalvetti a far esplodere il caso a metà luglio.
"È stata secretata la commissione ambiente mettendo a tacere le opposizioni - l'attacco di Luca Chiappe coordinatore per La Sinistra di Collesalvetti - proibendo ai cittadini di avere informazioni su quanto accadeva. A un' interrogazione urgente non è ststo risposto chiaramente. L'amministrazione si è limitata a precisare che "la discussione è stata secretata in quanto si tratta di un provvedimento amministrativo ancora in essere e chiaramente modificabile. Questa risposta è inaccettabile, tutti i provvedimenti che si discutono nelle commissioni sono ancora da approvare, quindi modificabili. L e discussioni servono appunto per chiarire dubbi e fare proposte per le eventuali modifiche".
"Per scoprire la verità abbiamo fatto ciò che nessun altro ha fatto, siamo andati a cercarla e l’abbiamo trovata facendo accesso agli atti di Arpat. - prosegue Luca Chiappe - Da qui si sono potute constatare molte incongruenze: primo tra tutti il fatto che non è stato comunicato ad Arpat della presenza di amianto. nell'area della pista ciclabile. Quindi non si è richiesto nessun tipo di analisi contraddittoria".
Sui valori delle sostanze inquinanti iscontati dalle analisi fatte fare dalla ditta che operava per conto Eni nell'area della pista ciclabile, questi sono i dati di Arpat secondo quanto reso noto da Chiappe: "Metalli pesanti Cadmio 11.5 mg/k.; val limite 2, Pombo 493 mg/kg. val limite 100. Rame 382 mg/kg. val limite 120, Zinco 830 mg/kg; val limite 150. Per Ipa: Benzopirene 1,20 mg/kg. val limite 0,1. Benzofuoroantene 1,21 val limite 0,5. Benzo-perilene 1,02 val limite 0,1. ×Indeno(1,2,3-cd)-pirene 0,77 val limite 0,1. Policlorofenili 0,57 val limite 0,06. Idrocarburi pesanti (C>12) 310 val limite 50. Amianto 1040 mg/kg. val limite 1000". Dunque "dalle analisi eseguite in contraddittorio da Arpat - aggiunge Luca Chiappe - vengono confermati valori oltre i limiti degli inquinanti. Per gli idrocarburi pesanti le concentrazioni sono fino a 40 volte superiori ai limiti (2160 mg/kg; val limite 50)". Nel piano di caratterizzazione per la pista ciclabile si sottolinea "la presenza dell' oleodotto di cui non è noto l'accadimento di eventi accidentali pregressi. Conclude Luca Chisppe: "Sempre nel piano si dice che l'area è stata oggetto di riempimenti terrigeni da zone diverse giacché nata come area depressa. Si afferma inoltre che i potenziali bersagli di contaminazione sono rappresentati dai fruitori dell'area che possono venire in contatto con acque di falda, o suolo contaminati".