"Si stava meglio prima". In realtà non è vero: secondo le statistiche elaborate dal Sole 24 Ore sulla base di una lunga serie di parametri, nel 1990 Livorno e provincia erano al 58° posto in Italia per qualità della vita, mentre, trent’anni dopo, nel 2020 sono al 44° posto. Sulla nostra costa e nelle isole si sta bene soprattutto per l’ambiente, i servizi al turismo (tipo ristorazione e spettacoli). E fin qui era facile intuirlo. Però tra gli elementi positivi ci sono una buona dinamica economica con molte nuove imprese (e tante sono anche femminili), una elevata connessione internet (alta la media dei collegamenti a 100 mega), Comuni ben attrezzati dal punto di vista digitale e per i pagamenti in tempi rapidi. Anche la giustizia civile funziona abbastanza velocemente. Quello che va meno bene è l’elevato indice di furti e di incidenti e una demografia che presenta un indice elevato di anzianità e basso di nascite (siamo al 96° posto). Dal punto di vista economico il reddito medio pro capite è di circa 20mila euro (43° posto in Italia), mentre i depositi medi bancari sono di 15mila euro che portano Livorno e provincia al 69° posto in Italia. Dal punto di vista occupazionale la nostra provincia è al 61° posto per tasso di occupazione (non benissimo quindi), elemento confermato dal 56° posto in Italia per diffusione del reddito di cittadinanza. Infine dal punto di vista scolastico siamo al 42° posto tra le province (si valuta la percentuale delle persone che hanno almeno un diploma superiore). Come si capisce ci sono dei punti di forza, ma c’è ancora molto da fare.
Luca Filippi