PIOMBINO (Livorno)
Trent’anni dopo, Nada (nella foto) riannoda i fili di quella che è stata una delle sue avventure artistiche più importanti. Il Duo col chitarrista Andrea Mucciarelli che la vede in scena domani a Piombino e il 19 agosto a Marina di Grosseto sembra riportare la cantautrice di Rosignano Marittimo, 70 anni, verso i lidi di quel Nada Trio bordeggiato a più riprese negli anni assieme a Fausto Mesolella e Ferruccio Spinetti, rispettivamente chitarra e contrabbasso degli Avion Travel, poi dissolto dalla scomparsa di Mesolella.
La formula è simile.
"Già, ma non è la stessa cosa: é è cambiato l’accompagnatore. Per anni ho evitato di riprendere quella formula, pensando che si fosse esaurita con la scomparsa di Fausto. Ma il tempo cura le ferite e ti fa capire che non puoi dissipare quanto di buono sei riuscita a produrre; e che non lo puoi fare proprio nel ricordo di chi non c’è più. Ci vuole tempo per metabolizzare i traumi dopo è bello trovare una vita nuova".
Un modo anche per ricordare.
"Le persone che si amano non se ne vanno mai del tutto, rimangono con noi anche se in modo diverso".
In sanscrito Nada significa “suono”: sulla sua personalità ha pesato più questo o portare il nome di una zingara che predisse a sua madre un grande avvenire per la figlia?
"Ovviamente il significato… ma la zingara ha avuto la sua importanza. Pure lo yoga, altra mia grande passione, ricerca il suono interiore. Ero predestinata. Nella vita penso di non aver mai scelto qualcosa io, ma di essere sempre stata scelta dalle cose. Pur non praticandolo, infatti, mi ritrovo nella disciplina indiana del nada yoga: penso che si possa stare bene con poco, non dimenticandoci mai che prima o poi torneremo tutti nel nulla".
A proposito di mamma Viviana, un rapporto travagliato il vostro da come l’ha raccontato nell’autobiografia “Il mio cuore umano”, da cui RaiUno ha tratto la fiction “La bambina che non voleva cantare”.
"Forse un pezzo come “O madre“ o una fiction come quella attinta da “Il mio cuore umano“ m’hanno aiutata a fare pace con quella parte della mia vita, a cercare di capire meglio mia madre e, soprattutto, me stessa. Anche se si tratta di processi che necessitano di molto".
Pure il titolo del suo ultimo album “La parola va via da sé se i pensieri brillano” ha un sapore un po’ zen...
"Sicuramente un pizzico di spiritualità e di misticismo c’è. Forse il titolo è un po’ troppo lungo, ma l’ho voluto per la sua aderenza ai tempi. La paura convive con noi, ci frena negli eccessi allenandoci a sviluppare ogni giorno i pensieri migliori. Un timore positivo, se vogliamo, che non deve mai trasformarsi in ansia o, peggio, in angoscia".
Andrea Spinelli