
di Michela Berti
Quella luna piena rosso fuoco di venerdì pomeriggio, poi queste temperature ben al di sopra della media stagionale e la pioggia che si fa desiderare. Tre indizi che per la tradizione popolare fanno una prova: c’è il pericolo di un terremoto. Così ieri mattina alle 6:21:49 i letti dei livornesi avvolti ancora nel sonno hanno inziato ad oscillare. Pochi secondi, tremendi, da brividi come solo una scossa di terremoto può provocare. Un evento di magnitudo 3.5 rivelano subito i sismografi dell’Istituto Nazionale di Geofisica, seguito da altre due scosse, alle 6:24:26 di magnitudo 2.0 e la terza alle 6:25:33 di magnitudo 2.1. C’è chi si è riversato in strada in camicia da notte con il volto atterrito e chi, invece, dopo aver stretto il cuscino tra i pugni, si è girato dall’altra parte cercando di ritrovare il sonno perduto. Il sindaco Salvetti non ha perso tempo ed ha chiuso le scuole che durante l’intera giornata sono state poi controllate per sicurezza. "Metto la sveglia alle 6.26 per andare a scuola – dice il prof Lamberto Giannini che vive ad Antignano e insegna al liceo classico – avevo sentito vibrazioni ma pensavo fosse la sveglia. Ho continuato a dormire ma mentre facevo colazione ho guardato Facebook e poi sul sito del Comune ho letto che le scuole erano chiuse. Non ho sentito il terremoto". L’ipocentro a 15 chilometri di profondità davanti a Livorno verso sud lungo quel sistema di faglie già conosciuto, ricorda il geologo Leonardo Gonnelli che ieri con le squadre della protezione civile guidata da Lorenzo Lazzerrini ha passato in rassegna tutti gli istituti scolastici di Livorno. "Le Benci – dice Gonnelli – sono state costruite nell’800 dovevamo controllare che tutto fosse a posto. Si tratta della solita area sismica che è in mare a qualche chilometro di distanza dalla costa. Quel sistema di faglie che ogni tanto si muove". "Non esistono terremoti ’benigni’ – ha aggiunto il geologo – ma è bene che ogni tanto la terra rilasci l’energia così da evitare l’accumulo che può causare scosse ben più pericolose". Gli edifici cittadini hanno retto bene alla scossa di magnitudo 3.5: sono stati fatti oltre cento sopralluoghi e tutto è risultato in regola, praticamente nessuna segnalazione di rilievo ai vigili del fuoco. Il terremoto è stato avvertito anche a Pisa. "C’è un progetto proprio sull’area livornese per la tettonica recente attiva – dice Giancarlo Molli geologo dell’Università di Pisa autore di numerose pubblicazioni – una zona interessante dove si sono verificati, anche in passato, terremoti importanti". C’è stato quello del 4 maggio 1646 di magnitudo 4.80. Magnituto 5.20 per lo storico terremoto del 27 gennaio 1742 che viene ricordato ogni anno perchè la violenza dell’evento cessò soltanto quando l’immagine della Madonna di Montenero fu traslata in piazza Grande con la promessa di offrire ogni anno a Maria la cera per la lampada votiva accesa al Santuario rinviando anche l’inizio delle feste di Carnevale. Un terremoto l’8 gennaio 1771 di magnitudo 4.60 e quello del 3 aprile 1814 di magnitudo 4.87. Il 14 agosto 1846 magnitudo 5.60 epicentro a Orciano Pisano e il primo aprile 1950 magnitudo 4.60 epicentro a Rosignano Marittimo. I livornesi hanno ancora memoria del terremoto di Pasqua nell’aprile del 1984.
"La terra si muove – dice Gonnelli – e noi dobbiamo avere la consapevolezza di questo e anche dei comportamenti corretti da tenere in certe situazioni". Regole da ricordare: durante un terremoto mai scendere le scale o prendere l’ascensore, evitare di stare vicini alle finestre; mettersi vicino ai muri portanti delle casa evitando di stare sotto mensole o travi. Evitare diPerchè quando la terra trema "lo spazio di un secondo desta nella mente una strana idea di non sicurezza, che parecchie ore di riflessione non avrebbero prodotto" scriveva nel 1839 Charles Darwin nel suo ’Viaggio di un naturalista intorno al mondo’.