FRANCESCO INGARDIA
Cronaca

Salvetti-bis, che vittoria! "Un’impresa straordinaria. Questa volta sono venuto dritto dritto in Comune"

Il sindaco uscente sostenuto dal centrosinistra riconquista il Municipio al primo turno. Debacle di Guarducci e Barale che speravano di posticipare il verdetto al ballottaggio. Ecco il nostro racconto della giornata più lunga tra retroscena, battute e momenti chiave

Livorno, 11 giugno 2024 – Se mai a qualcuno venisse in mente di candidarsi a sindaco in una città tradizionalmente rossa, da 10 anni partiticamente tripolare, in cui negli ultimi 18 arrivan da Roma soltanto che folate dei blu patrioti, con l’intenzione di vincere le elezioni al primo turno, bhè, allora l’uomo giusto a cui rivolgersi è Luca Salvetti.

Il quale da uscente è divenuto rientrante. Il bis è servito, il secondo mandato messo in cassaforte. Il civico senza tessera del centrosinistra ha spazzato via in un pomeriggio afoso di giugno la concorrenza. Che avrebbe dovuto essere agguerrita, tanto alla sua destra quanto alla sua sinistra. Salvo poi non esserlo stata. Guarducci e Barale confidavano nel ballottaggio, ma sono rimasti col cerino in mano. Il primo per il crollo della Lega, il ridimensionamento in città di FdI, l’inesistenza di Forza Italia, e l’indifferenza della sua lista civica che, nella sua visione moderata, avrebbe dovuto fare da traino. Ma che invece ha garantito per lo più lo scranno al leader locale di Azione.

La seconda, ha pagato dazio, inutile girarci intorno: BL (o quel che resta) è implosa, i grillini hanno certificato una spirale regressiva di difficile ritorno. E al resto del Primo Polo, solo lo zero virgola (chiedere a Prospettiva e a Mazzerbo). Ma riavvolgiamo il nastro. Ore 14, via Marradi, sede del comitato elettorale. Salvetti alla vigilia aveva dato istruzioni ai suoi ben precise: sotto il 44% la strada è quella del Comune, a lavorare come se fosse un giorno qualunque. Sopra, invece, in bilico tra il Purgatorio del ballottaggio e il Paradiso del primo turno, via dritti in comitato a seguire lo spoglio. E così è stato, perché la base di partenza era pressappoco quella del 48%, traslando a spanne il dato cittadino delle europee. Nello stanzino dell’ex Bolgheri ci sono i fedelissimi, dagli spin doctor alla giunta al completo. Le telefonate impazzano, i calcoli probabilistici col pallottoliere fioccano. Ma i dati parziali sulle sezioni faticano ad arrivare, perché il sistema va a rilento.

Per stemperare l’attesa, e l’ansia generale, partono le battute politically scorrect. E giungono pure messaggi inaspettati, ma indicativi al massimo, come quel "Forza Luca" inviato da una esponente di Fratelli d’Italia. Chi? Meglio confessare il peccato, non il peccatore. I momenti spartiacque sono stati due: il dato del 25% delle sezioni scrutinate (43 su 172) e le sezioni di Villa Corridi. Perché quel dato ha cristallizzato la soglia del 50% sforata, salvo poi minime oscillazioni tra il 51% e il 52%, e, soprattutto, perché le sezioni della Scopaia avrebbero dovuto essere il fortino dei comitati barricaderi ‘No Cubone’. Niet. Salvetti ha veleggiato sempre sopra il 50%. Segno che la maggioranza vede in via San Marino un impianto sportivo polivalente e una minoranza sparuta sinistrorsa una colata di cemento in mezzo al verde.

La discesa è iniziata. "Il risultato è straordinario - festeggia così Salvetti -. Anche perché partivamo dal 34% del 2019, mentre ora mettiamo insieme un +18%. Livorno ha la sua chance di continuità amministrativa". Assicurata da una coalizione che "ha lavorato con lo spirito giusto, quello che secondo il centrosinistra in tutta Italia dovrebbe avere: rinunciare ad un pezzetto di sé, per guadagnarne uno più grosso stando insieme agli altri. Il Pd si è confermata la forza che traina questa città, da sempre. Lo abbiamo detto più volte: senza il Pd a Livorno non si vince, il Pd da solo senza gli altri intorno entra in difficoltà". Di certo l’exploit di Livorno Civica come terza forza in città, oltre l’8%, era impreventivabile. Ma ormai i cori e gli applausi hanno fatto da sfondo alla marcia trionfale verso Piazza del Municipio, per far ritorno nell’emiciclo, seduto sullo scranno dell’esecutivo più alto sulle note dei Queen: "Per rispetto di chi lo occupava 5 anni fa, non mi ci avvicinai subito. Stavolta, sono venuto dritto".