PIOMBINO (Livorno)La Liguria dice no al progetto del rigassificatore ormeggiato al largo di Savona e Piombino rischia di veder prolungare la presenza della nave Italis Lng Livorno ormeggiata in porto ben oltre la seconda metà del 2026 come previsto dall’autorizzazione. All’unanimità il Consiglio regionale della Liguria ieri ha infatti approvato una mozione firmata da tutti i capigruppo di maggioranza e opposizione contro il progetto di trasferimento della nave rigassificatrice da Piombino a Vado Ligure (Savona). Il documento impegna il presidente della Regione Liguria Marco Bucci e la sua Giunta "a trasformare in atti concreti ed ufficiali della Regione Liguria le dichiarazioni rilasciate alla stampa in merito alla collocazione del rigassificatore esprimendo nelle sedi più opportune le valutazioni su cui trova fondamento la propria contrarietà al fine di bloccare l’iter di trasferimento del suddetto impianto in Liguria". Il governatore della Liguria spiega: "Se la Regione dice di no non si va avanti, non ha senso, sono 450 milioni da spendere per niente, al governo ci sono persone intelligenti, non penso che faranno mai una cosa del genere". I 450 milioni a cui fa riferimento Bucci sono i costi relativi allo spostamento della nave rigassificatrice, serve infatti realizzare una condotta sottomarina per collegare l’impianto ormeggiato in alto mare, fino a terra e altre opere accessorie.
E proprio queste opere, che richiedono oltre un anno di lavori potrebbero essere determinanti per impedire lo spostamento da Piombino nei tempi stabiliti. In questo momento l’Italia non è in condizione di rinunciare a un rigassificatore come quello di Piombino visto anche il blocco delle residue forniture di gas russo. Sul no della Liguria l’ex presidente Toti che invece aveva detto sì al progetto, ironizza: "Se ci si potesse scaldare con l’energia delle proteste e dei comitati del no in Italia non avremmo problemi".
Da Piombino, nonostante il no della Liguria vada contro gli interessi sempre rivendicati dalla sua giunta, il sindaco Francesco Ferrari afferma: "La Regione Liguria sta facendo quello che non ha fatto la Regione Toscana ovvero difendere gli interessi del proprio territorio e dei cittadini. Dove la Liguria si è opposta al progetto, il presidente della Regione Toscana ne è stato il più strenuo sostenitore mentre i piombinesi venivano additati come nimby. In ogni caso, la permanenza del rigassificatore a Piombino non è vincolata a Vado Ligure: dovrà essere trovata una nuova collocazione ma, qualunque sarà, l’impianto non potrà rimanere a Piombino oltre i tre anni autorizzati, quindi oltre il 2026".
I comitati no gas di Piombino però non si accontentano. E chiedono alle forze politiche cittadine una posizione chiara e garanzie sullo spostamento della nave dalla seconda metà del 2026.
Proprio prima delle feste natalizie il rigassificatore di Piombino di proprietà e gestione Snam, ha ricevuto la nave gasiera numero 50. In questo anno e mezzo di funzionamento l’impianto non ha mai creato problemi al traffico dei traghetti e neppure agli allevamenti di pesce e mitili che si trovano a due miglia dal porto, come i comitati del no avevano paventato. A questo punto, con il no della Liguria e in mancanza dell’avvio di lavori per il trasferimento, l’ipotesi più probabile è che si vada verso un decreto di proroga del Governo per non privare la rete nazionale di una fonte strategica di approvvigionamento del gas.
Maila Papi