Rifiuti Zero Livorno: "I sindacati ascoltino gli ambientalisti anziché i manager Eni"

L'intervento del comitato: "Grazie a noi sono stati creati più di cento posti di lavoro in città"

Rifiuti

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Livorno, 21 maggio 2021 - Anche il Coordinamento Rifiuti Zero di Livorno intervniene nel dibattito aperto dalle dichiarazioni di Martini riguardo all'impianto Eni e lo smaltimento dell'immondizia. Riceviamo e volentieri pubblichiamo l'intervento.

"La posizione assunta da una parte delle forze sindacali a proposito del mega-inceneritore di rifiuti che ENI avrebbe intenzione di costruire all'interno della raffineria ci lascia sbalorditi, prima di tutto perché ci sembra irrispettosa nei confronti delle decisioni assunte a larghissima maggioranza dai Consigli comunali di Livorno e Collesalvetti, che hanno bocciato totalmente la proposta, respingendola al mittente. A nostro parere, insistere significherebbe voler calpestare la democrazia e la sintesi degli interessi del territorio, che si forma all'interno delle assemblee elettive".

"Ci stupisce inoltre l'approssimazione con cui viene affrontato il tema dei rifiuti - prosegue l'intervento di Rifiuti Zero - , quando si afferma che se l'obiettivo è quello di smaltire in discarica solo il 10% dei rifiuti, allora dobbiamo trovare uno sbocco per tutto il resto. Forse qualcuno non sa che "tutto il resto" viene per la maggior parte già attualmente riciclato, mentre per il poco residuo esistono tecnologie di trattamento a freddo (estrusione e stampaggio) che riescono a trasformare in nuovi materiali perfino il plasmix o i fanghi di cartiera. Non riusciamo a comprendere, inoltre, come sia possibile affermare che il mega-inceneritore ENI immetterebbe in atmosfera "solo anidride carbonica". A noi risulta invece che immetterebbe ben altro, non solo in atmosfera ma anche nelle acque reflue e sotto forma scorie solide, ma in ogni caso fa sorridere che qualcuno parli di "decarbonizzazione" e poi descriva proprio l'emissione di anidride carbonica come un aspetto positivo. Visto che la preoccupazione principale sembra essere, giustamente, quella dell'occupazione, facciamo notare che il sindacato è chiamato a fare il suo mestiere, che non è quello di sottoscrivere acriticamente qualsiasi proposta della controparte datoriale, in un clima di incertezza e di preoccupazione, ma è quello di proporre le soluzioni che possano garantire davvero il rilancio occupazionale del territorio".

"Facciamo un esempio - continua il coordinamento nella sua nota -: i sindacati si sono opposti per anni all'introduzione della raccolta porta-a-porta nella città di Livorno. Ci abbiamo dovuto pensare noi a sbloccare la situazione nel 2016, denunciando alla Corte dei Conti i gravi danni economici che il mantenimento della raccolta stradale con i cassonetti stava procurando ai bilanci di Aamps (già disastrati dall'inceneritore) ed alle tasche dei cittadini, con continui aumenti della Tari per famiglie e imprese. Con la successiva estensione del porta-a-porta, non solo i costi aziendali sono diminuiti grazie all'aumento della differenziata e del riciclo, ma sono stati creati almeno 100 nuovi posti di lavoro in città, un record assoluto che nessuno ha voluto finora sottolineare, forse perché il merito è tutto di noi ambientalisti".

"E' ora che i sindacati guardino avanti - dichiara ancora Rifiuti Zero -, anche per quanto riguarda la riconversione ecologica delle vecchie industrie: non sarà un mega-inceneritore, quasi del tutto automatizzato, a risolvere la crisi occupazionale del territorio. Servono soluzioni ad alto tasso di manodopera, insieme ad impianti di produzione di vera energia rinnovabile pulita: pensiamo agli impianti eolici off-shore, a quelli fotovoltaici oppure a quelli che sfruttano il moto ondoso, tutti progetti capaci di creare centinaia di posti di lavoro, a cui la stessa ENI sta già lavorando sul territorio nazionale e che non comprendiamo perché non dovrebbero interessare anche Livorno".

"Pensare a Livorno solamente come ad un "hub dei rifiuti" - conclude Rifiuti Zero nel suo intervento -, con altri decenni di inquinamento in cambio di pochi effimeri posti di lavoro, è squalificante per il territorio e non fa onore alla visione autonoma e innovativa che secondo noi dovrebbero avere i sindacati"..