GIULIO SALVADORI
Cronaca

Raffica di furti di biciclette sul litorale

Rosignano: sono moltissime le segnalazioni giunte al comando di polizia locale, un fenomeno favorito anche dal fatto che basta andare su internet per trovare il manuale del perfetto scassinatore di lucchetti e bloster

Un ladro di biciclette in azione

Rosignano (Livorno), 10 agosto 2017 - “Ladri di biciclette" era il titolo di un film italiano di successo del primo Dopoguerra. Una realtà purtroppo sotto gli occhi di tutti anche in questa estate 2017.  Un fenomeno, ormai da anni in progressivo aumento, per il quale si ha una percezione d’impotenza vista la rarissima, per non dire nulla, percentuale di casi in cui il legittimo proprietario riesce a rientrare in possesso del proprio mezzo. Basti pensare che da inizio giugno al comando di polizia locale sono giunte più di 30 segnalazioni, cui vanno senz’altro aggiunte quelle arrivate ai carabinieri e quelle (sicuramente la maggior parte) non denunciate. I ladri di biciclette rubano di tutto: dalle moderne e costose mountain bike alle classiche city bike, fino ad arrivare alle due ruote ormai datate e arrugginite, in certi casi veri e propri ricordi di famiglia. Dove? Un po’ dappertutto, anche se le zone più calde sono senza dubbio quelle vicino al mare, dove residenti e turisti si recano molto spesso in bici per evitare il calvario della ricerca del parcheggio per l’auto sotto il sole cocente. Le segnalazioni giunte negli uffici delle forze dell’ordine hanno evidenziato quattro micro aree più sottoposte a questo fenomeno, ovvero la zona del Lillatro, l’accesso alle Spiagge Bianche in zona Pietra Bianca-Galafone, la stazione ferroviaria di Rosignano e a Caletta, tra la terrazza del viale Marradi ed il lungomare.

Il problema è che pare non serva neanche munirsi di catena con lucchetto, perché i ladri le aprono a proprio piacimento nel giro di pochi secondi. Anche perché basta andare su internet per trovare il manuale del perfetto scassinatore! Leggendo comprendiamo che i lucchetti “a U” classici si scardinano con una falsa chiave o un semplice cacciavite. Lo metti dentro la serratura, martelli, giri e si apre. Per i bloster (che dovrebbero essere più sicuri), invece, mentre una volta si usava l’azoto liquido (perfetto per portare a bassissima temperatura il meccanismo di sicurezza che, una volta ghiacciato, si frantuma con una botta) adesso si prediligono il tronchese taglia-bulloni o il seghetto, perché l’azoto liquido si trova difficilmente e se ti va sulle mani ti si staccano le dita… Altrimenti c’è il crick delle macchine, che spacca il bloster dilatandolo e, anche in questo caso, servono non più di due minuti. Insomma, basta veramente poco per imparare i metodi più idonei e appropriati per ogni tipo di catena o lucchetto.

Il dilemma, quindi, è come riuscire a limitare i furti. Con la priorità che sicuramente rimane quella di stroncare la ricettazione, vista la facilità con cui queste ruberie vengono messe in atto. C’è chi chiede anche un deciso intervento di palazzo civico per arginare questo fenomeno, magari prendendo spunto da tanti altri Comuni dove sono stati attivati veri e propri provvedimenti ad hoc come telecamere posizionate nelle zone particolarmente a rischio, il rilascio di targhe per rendere riconoscibile la propria bicicletta o anche l’installazione di rastrelliere speciali con allacci più affidabili.