I quartieri nord hanno cambiato volto negli ultini anni. Un tempo nonostante il loro ’dna popolare’, erano luoghi dove la vita di comunità e la solidarietà regnavano sovrane. Qui, raccontano i vecchi, "si stava con la chiave nella serratura" e "nei cortili le famiglie facevano giocare i figli fino a tardi d’estate, o si ritrovano per ’frescheggiare’ al tramonto". Oggi "negli stessi cortili "c’è il coprifuoco al calar del sole" perché "sono frequentati da gente che nulla ha a che fare con noi". Questa "gente" come la definiscono le famiglie dei caseggiati di edililizia popolare, sono "spacciatori, in gran parte nordafricani, ma ci sono anche gli italiani, e i loro clienti".
Il caso Fiorentina (via Giordano Bruno dove è morto Denny Magina) rappresentala punta dell’iceberg perché a Corea, Shangai, Sorgenti, Stazione e nel centro storico tra piazza Gribaldi, piazza XX Settembre e piazza della Repubblica, la situazione è la stessa. "A Corea in via don Albertario 5, in un alloggio popolare, – riferiscono alcuni testimoni – un tunisino gestisce una fiorente centrale di spaccio". Si dice in giro che gli spacciatori che si annidavano in via Giordano Bruno, dopo la morte di Denny, "siano sciamati in altri covi. Ovvero alloggi popolari occupati abusivamente (come a Fiorentina di cui Casalp non sapeva nulla e questo è grave), o assegnati a conoscenti pronti a dare loro un tetto".