REDAZIONE CRONACA

Punta Penisola, sentiero riaperto

Il Tar della Toscana ha respinto il ricorso della proprietaria dell’area che aveva chiuso l’accesso

Protesta degli ambientalisti

Portoferraio(Livorno), 17 luglio 2020 - Il sentiero di Punta Penisola che, lungo la costa, collega Forno a Viticcio torna accessibile a tutti. Lo ha stabilito il Tar della Toscana che ha respinto il ricorso della proprietaria dell’area su cui insiste contro un’ordinanza di ripristino dello stato dei luoghi, emanata nell’agosto 2019 dal parco nazionale dell’Arcipelago Toscano che intimava la "demolizione del cancello e di tutte quelle opere ad esso connesse, compresa la recinzione" posizionate dalla proprietà per impedire l’accesso. Il Parco, a conclusione di una lunga vicenda punteggiata da ricorsi e segnalazioni di Legambiente – compreso un blitz di Goletta Verde nel giugno 2012 – e dell’associazione ‘Amici del Forno’, aveva ingiunto alla signora di demolire recinzione e cancello perché realizzati senza il nulla osta obbligatorio dello stesso Parco e perché impedivano l’accesso al sentiero 251 "destinato alla libera fruizione collettiva". Il Tar ha respinto la tesi della proprietaria secondo la quale "trattandosi di opere di edilizia libera rientranti fra le manifestazioni tipiche del diritto di proprietà, né il cancello, né il tratto di recinzione, richiederebbero il preventivo rilascio di titoli edilizi o paesaggistici". I giudici amministrativi hanno infatti sentenziato che "la realizzazione del cancello avrebbe richiesto in ogni caso il preventivo rilascio di nulla osta del Parco" e lo stesso Parco ha anche ragione per quanto riguarda "il diritto di uso pubblico sul tracciato del sentiero 251, confermato anche dalle cartografie". "Ci sono voluti 16 anni – dice Umberto Mazzantini, dirigente nazionale elbano di Legambiente – ma alla fine hanno vinto il bene e l’interesse comune. Ringraziamo chi, insieme a noi, si è battuto per restituire un percorso pubblico a elbani e turisti. Ora questa sentenza deve servire da esempio e stimolo per gli amministratori dei comuni elbani dove ci sono situazioni di questo tipo con accessi ai sentieri chiusi. A cominciare da Galenzana, dove il Comune di Campo dell’Elba ha l’evidenza di strumenti legislativi e sentenze per riaprire lo storico sentiero costiero e intervenire su altri percorsi chiusi e spostati dai privati. Lo stesso vale per Portoferraio, sia per Cala dei Frati, sia per il Cammino della Rada e altri sentieri del ‘Catasto Leopoldino’ chiusi o spostati. La sentenza del Tar dimostra che, se gli Enti pubblici difendessero beni comuni e diritti dei cittadini, la prepotenza non vince". R.M.