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"Nel 2012 il rischio idraulico e di esondazione dei corsi d’acqua di Livorno (per il rio Maggiore e rio Ardenza) sparirono dal Piano di protezione civile del Comune. Rimase solo il rischio meteo calibrando il Piano di protezione civile solo per i problemi che potevano causare gli allagamenti da pioggia alla circolazione stradale e i sottopassi. Anche nel successivo Piano di protezione civile aggiornato ho rilevato poca attenzione sul rischio idraulico e di esondazione dei rii. L’allora dirigente della protezione civile comunale Leonardo Gonnelli, impropriamente chiese addirittura di riperimetrare le aree intorno alle casse di espansione del Rio Maggiore pensando si potesse fare perché c’erano quelle opere a salvaguardia del territorio. Ma come si può pensare che il dirigente della protezione civile, che deve avere a cuore la tutela del territorio, possa avanzare una richiesta del genere". Lo ha detto ieri in udienza il professore Nicola Casaglia, perito nominato dalla difesa dell’ex sindaco Filippo Nogarin a processo per omicidio colposo plurimo per le otto vittime dell’alluvione del settembre 2017. Sempre il professore Nicola Casaglia: "Nel piano do protezione civile vigente all’epoca dell’alluvione, non era stata prevista alcuna sorveglianza diretta dei corsi d’acqua come Rio Maggiore e Rio Ardenza con l’ausilio di personale o volontari di protezione civile. Se proprio fosse stata contemplata, avrebbe dovuto essere fatta, e deve essere fatta, con attrezzature adeguate e da personale formato e in posizione rialzata rispetto ai corsi d’acqua, per non mettere a rischio di vita dell’operatore".