Livorno, 24 giugno 2022 - Il processo che vede come unico impitato l’ex sindaco di Livorno Filippo Nogarin, accusato di omicidio colposo plurimo per la morte di otto persone durante l’alluvione del 9 e 10 settembre 2017, è entrato nel vivo. La testimonianza ieri in Tribunale del luogotenente Francesco Pironti del nucleo investigativo dei carabinieri, incaricato dalla Procura della Repubblica di passare al setaccio i tabulati delle telefonate e la connesione internet dei telefoni di Nogarin, ha confermato che i telefoni di Nogarin era accesi e che c’era connessione internet. Insomma Nogarin non spense i telefoni la notte tra il 9 e il 10 settembre 2017, come gli è stato contestato solo dagli esponenti delle opposizioni politiche.
Sempre rispondendo alle domande del pm Tenerani e Carmazzi, il luogotenente Pironti ha riferito che il primo tentativo di Luca Soriani (l’unico operatore della Protezione civile comunale in servizio a Livorno la notte dell’alluvione) di contattare il sindaco Nogarin "avvenne alle 5 del mattino del 10 settembre 2017".
Però non c’è la certezza che i telefoni abbiano squillato a quell’ora, pur essendo accesi, per probabili problemi connessi al maltempo. "Tutto questo dimostrerebbe che prima delle 5 del mattino di quel tragico giorno Soriani nemmeno tentò di chiamare Nogarin – contesta il legale dell’ex sindaco Sabrina Franzone – per avvertirlo del disastro in atto. Stessa cosa Soriani la fece con Riccardo Pucciarelli, all’epoca capo della protezione civile comunale e comandante della polizia municipale".
Dunque "oggi si è capito che non è mai accaduto ciò che all’epoca aveva sostenuto Soriani – osserva l’avvocato Sabrina Franzone – ovvero che egli avrebbe chiamato Nogarin alle 4 del mattino del 10 per ben 7 volte senza ottenere risposta".
Sempre l’avvocato Franzone: "I telefoni di Nogarin erano accesi, ma non squillarono e agli atti risultano solo tre tentativi fatti da Soriani di contattare Nogarin: tutti dopo le 5 della mattina. Poi alle 7-44 fu Nogarin a chiamare Soriani che però non rispose. Riuscirono a parlarsi solo alle 7-50 del 10 settembre 2017".
Di qui l’interrogativo dell’avvocato Franzone: "Perché Soriani non mandò subito qualcuno a cercare il sindaco? È prassi farlo quando urge che il sindaco firmi un trattamento sanitario obbligatorio, figuriamoci con una alluvione in corso".
Alla prossima udienza del 12 luglio saranno ascoltati i periti della Procura: gli ingegneri Enio Paris, Pietro Prestininzi, Gabriele Savorani, Domenico Trovato e il geologo Silvano Carmignani.
Monica Dolciotti