Un giorno storico per Livorno e Collesalvetti: ieri alla raffineria Eni si è svolta la cerimonia della posa della prima pietra per la realizzazione della futura bio-raffineria, la terza in Italia dopo quelle di Gela e Porto Marghera. Questo impianto dal 2026 sarà destinato a produrre 500mila tonnellate all’anno di Hvo (Hydrotreated vegetable oil), diesel di origine biologica, la nuova frontiera dei carburanti green, che potrà essere usato per qualsiasi veicolo, garantendo una riduzione di CO2 tra il 65% e il 90%.
La posa della prima pietra ha coinciso anche con il “compleanno“ della storica raffineria: 85 anni di attività dalla sua inaugurazione nel novembre 1938. Dopo la distruzione durantre la seconda guerra mondiale, è tornata a produrre tra il 1952 e il 1953 e l’inaugurazione avvenne il 24 aprile 1954. Dopo 85 anni di attività del sito industriale, ecco l’ulteriore svolta con la costruzione della bioraffineria che inizierà non appena sarà rilasciata l’Autorizzazione Unica e il relativo permesso a costruire, attesi entro la fine di ottobre.
Alla cerimonia hanno partecipato tra gli altri i vertici Eni, fra cui il direttore per le trasformazioni industriali Giuseppe Ricci. Sollecitato sulla spinosa questione della transizione verso il trasporto con mezzi elettrici e sulle ripercussioni per la produziobe dei bio-carburanti, ha dichiarato: "Il totale passaggio verso un unico vettore energetico, l’elettrico, è una follia assoluta, perché avrà la consegueza di ridurre la flessibilità, aumentare i costi, perché gli investimenti infrastrutturali sono enormi, e rischiamo grossi black out. Tuttavia questo non toccherà la bioraffineria, perché ci sono settori dei trasporti, come quello pesante su gomma (camion), il trasporto marittimo e quello aereo, che sono veramente difficili da elettrificare. Solamente questi tipi di trasporti rappresentano il 50% della domanda energentica che può essere coperta dai biocarburanti".
Ricci ha aggiunto: "Come pensiamo sia una follia puntare solo sull’elettrico per i trasporti, lo è altrattanto puntare solo sui biocarburanti. La soluzione è avere un mix di vettori energentici che possano essere usati in sinergia e complementarietà, per minimizzare i costi e soddisfare le esigenze dei clienti".
La bioraffineria di Livorno, dopo quelle a Porto Marghera e a Gela, utilizzerà la tecnologia Ecofining per trattare materie prime di scarto, residui agroalimentari e oli vegetali (non in competizione con la filiera alimentare) e biocarburanti Hvo per il trasporto su gomma, aereo e anche marino e ferroviario.
Alla celebrazione degli 85 anni del sito industriale livornese erano presenti anche il presidente del cda di Eni Giuseppe Zafarana, che ha ribadito "l’impegno a salvaguardare tutti i posti di lavoro nel sito di Lìvorno con la realizzazione della bioraffineria". E ha aggiunto: "Livorno diventa protagonista del “piano Mattei“ (voluto dal governo Meloni, ndr), perché la materia prima in buona parte arriverà dai nostri agri-hub in Africa".
C’erano anche il prefetto di Livorno Giancarlo Dionisi, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e i sindaci di Collesalvetti Sara Paoli e di Livorno Luca Salvetti.
Giani, a margine dell’iniziativa, ha dichiarato: "Questo pomeriggio (ieri, ndr) in giunta regionale si completa l’iter autorizzatorio dell’intervento con delibera della Regione che, sentiti Comuni di Livorno e Collesalvetti e Provincia, sancisce l’intesa sull’Autorizzazione unica statale". Le aree dove sono previsti i nuovi impianti, cantierizzate da gennaio per le attività preparatorie, attendono ora l’apertura dei cantieri.
Monica Dolciotti