Post ambiguo sui social, assessore si scusa

L'assessore alla Cultura di Livorno, Simone Lenzi, chiede scusa per i post sui social che hanno suscitato polemiche, sottolineando l'importanza della libertà di espressione e annunciando la chiusura dei suoi profili social.

Post ambiguo sui social, assessore si scusa

L'assessore alla Cultura di Livorno, Simone Lenzi, chiede scusa per i post sui social che hanno suscitato polemiche, sottolineando l'importanza della libertà di espressione e annunciando la chiusura dei suoi profili social.

"Quando si sbaglia si deve chiedere scusa. Chiedo scusa al sindaco, alla giunta e a tutte le associazioni e persone che possono essersi sentite colpite dai miei post. L’errore è stato affidare ai social considerazioni che non dovrebbero esservi affidate: sono luoghi di scontro e non di incontro". Inizia così il chiarimento dell’assessore Pd alla Cultura del Comune di Livorno, Simone Lenzi, finito al centro delle polemiche per alcuni post su X, in particolare uno del 30 agosto in cui commentava un’opera della Biennale di Venezia che ha suscitato le ire di Arcigay e minoranza consiliare, che ha parlato di "attacco verso un’opera d’arte che rappresenta la diversità di genere e l’identità trans", chiedendosi se ci fosse "un omofobo in giunta". Ieri pomeriggio con una conferenza stampa ad hoc sono arrivate le scuse. "Chi mi conosce sa che amo sopra ogni altra cosa la libertà nel suo complesso. Tra queste libertà c’è quella di tutti a esprimere il proprio genere – ha detto – Come dimostrano le tante delibere sui temi che in questi anni ho votato convintamente". Lenzi ha sottolineato che "il ruolo dell’arte è insegnare a pensare e non dare risposte, cercando di orientare il pensiero", poi ha chiesto "un confronto con le associazioni. Mi fa soffrire di aver offeso qualcuno che non volevo offendere: la notte scorsa non ho dormito". E ha chiuso precisando di aver sentito "il sindaco e gli assessori e ho ricevuto un affetto unanime da tutti e la richiesta di chiarimenti. Ora chiuderò i miei profili social".

Irene Carlotta Cicora