PIOMBINO (Livorno)
Siamo alla svolta per il polo siderurgico di Piombino dopo anni di attese e progetti rimasti sulla carta?
"Tutti i governi hanno manifestato interesse per la siderurgia piombinese – spiega il segretario nazionale del sindacato Uilm Rocco Palombella, ieri in Val di Cornia per il consiglio regionale – ma nei fatti tutti hanno espresso solo tante dichiarazioni di intenti. In quest’ambito rientra la necessità di un piano nazionale della siderurgia che stiamo aspettando da tempo. Fondamentale l’accordo Jsw-Metinvest, da qui si può intavolare la discussione, necessaria e importante anche sul costo dell’energia".
Ora può riprendere la produzione di acciaio con Metinvest, è importante?
"Sì. A Piombino in tutti questi anni lo stabilimento è stato utilizzato solo per fare rotaie. E’ vero che non si è mai fermato, anche dopo la chiusura dell’altoforno, così come è vero che c’è sempre stata una coralità di intenti per cercare di rilanciare la siderurgia piombinese".
E l’occupazione?
"E’ il momento di pretendere le garanzie occupazionali per tutti i lavoratori. E un altro aspetto è che lo stabilimento di Piombino non può andare avanti solo con la commessa di Rfi. E’ necessario che siano fatti investimenti; lo stabilimento deve avere una sua autonomia. Non rivendichiamo il vecchio ciclo integrale, ma un acciaieria green sì. Una realtà come Piombino che si è dimostrata sempre legata all’acciaio merita risposte serie. Bisogna tornare a produrre acciaio, verticalizzando la produzione".
Rilancio anche per Magona?
"Nel piano per il polo siderurgico deve rientrare anche lo stabilimento Magona che sta attraversando un momento difficile per motivi esterni alla fabbrica, lì che la verticalizzazione esiste e quindi con i nuovi investimenti si deve pensare a fare un’operazione di integrazione per assetti produttivi".
E sugli scioperi?
"Noi quando siamo scesi in piazza abbiamo fatto uno sciopero non politico, ma di merito. Per un’adeguata politica industriale, perché noi siamo di parte, dalla parte dei lavoratori, rappresentiamo il paese, quello reale".
Maila Papi