Ortofrutta, il clima frena il settore. Pomodoro: perdita tra 20 e 40%

Il punto degli agricoltori Cia. Piogge tardive in primavera e ora le temperature molto alte ’cuociono’ i frutti

Coltivazioni a rischio (Foto di repertorio)

Coltivazioni a rischio (Foto di repertorio)

Valdicornia (Livorno), 28 agosto 2024 – Ortofrutta, le difficoltà del produttori. Anche l’estate 2024 si è rivelata tutt’altro che favorevole all’agricoltura. La Cia fa il punto sulla situazione. La primavera eccessivamente piovosa cui ha seguito una stagione assai avara di piogge ha finito per condizionare la produzione ortofrutticola in Val di Cornia. Fotografa chiaramente la situazione Alessandro Meini, dell’azienda agricola Meini Alessandro, Luciano e Mirko di Campiglia Marittima, che ha una produzione standardizzata in serra proprio perché non condizionata dalla situazione climatica mentre su tutto il resto influiscono tanto i fattori ambientali quanto il principio base della domanda-offerta. "Si è rivelata un’annata positiva per il cavolfiore - ha spiegato Meini - mentre relativamente al carciofo ho ottenuto la stessa produzione del 2023 ma con un ricavo pari al -20% sul valore a causa dei picchi di concentrazione della produzione. Rispetto al 2023 registriamo un +25% di produzione di melone ma con un ricavo pari a -20% del valore di vendita”.

Annata assai difficile per la melanzana: produzione in linea con il 2023 ma con un netto -50% di vendita al mercato. E ancora -30% sulla produzione della zucchina e -20% sul valore di vendita. «Quanto al pomodoro - ha continuato Meini - quest’anno rispetto al 2023 la mia azienda registra un -20% di produzione dovuto alle scottature causate dal gran caldo delle ultime settimane; tuttavia, la richiesta non manca. Resta però il problema relativo ai costi di produzione che va ad interferire pesantemente sull’economia dell’azienda”. Produzione ostacolata dalle condizioni climatiche anche per il pomodoro da industria. Tuttavia, non è ancora possibile stilare un bilancio definitivo poiché i tempi si sono allungati in virtù delle piogge primaverili al punto che la raccolta quest’anno si protrarrà addirittura fino ai primi di ottobre.

“Finora abbiamo a che fare con quantitativi piuttosto bassi - ha detto il titolare dell’azienda agricola Sandro Barsotti - la cui forchetta oscilla tra i 600 e gli 800 quintali, ben al di sotto delle medie degli anni precedenti (pari una perdita del 40% di produzione). Erano molti anni che non ci trovavamo di fronte ad una media simile. Dobbiamo ancora capire bene ma le previsioni non appaiono rosee”.

La speranza è che i trapianti tardivi possano restituire un trend migliore. “Abbiamo dovuto fronteggiare ripetuti attacchi di peronospora e altre malattie della pianta - ha concluso - intanto il listino dei prezzi dei mezzi tecnici è aumentato del 7-8% e calcolando che vendiamo 15 centesimi al chilo, il margine è praticamente inesistente. Siamo ad un bivio perché non so se dopo un’annata simile le aziende riusciranno a sopravvivere".