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Potrebbe esser giunta a una svolta l’indagine per l’omicidio di Ginetta Giolli, uccisa nel suo appartamento di via Garibaldi 425 tra giovedì e sabato della scorsa settimana. È scattato infatti il fermo per il marito della donna, Youssef El Haitami, 55enne del Marocco che fino a pochi giorni fa aveva una macelleria sempre in via Garibaldi. L’uomo, portato poi in carcere con l’accusa di omicidio volontario, domenica si sarebbe presentato spontaneamente in questura, asserendo di non essere a Livorno in quei giorni, ma a Roma, e di non sapere che la moglie era morta. I due non abitano nello stesso appartamento, seppur il marito fosse spesso ospite di Ginetta. Fin dal ritrovamento del cadavere, Youssef El Haitami era tra i ricercati principali e in questura è stato sentito come persona informata sui fatti alla presenza del pm titolare delle indagini. L’uomo avrebbe però fornito un alibi che, dagli accertamenti effettuati in diretta, non avrebbe retto. In particolare non ci sarebbe stata concordia con la sua presenza in altra regione. In più, in base alla testimonianze raccolte, tra marito e moglie, che non avevano una convivenza stabile, ci sarebbe stati dissapori accentuatisi negli ultimi giorni e l’uomo sarebbe stato l’ultimo a vederla viva. Tuttora in corso una serie di accertamenti che potrebbero rivelarsi decisivi per le indagini: sembra che la donna sia stata colpita alla testa con la base di una lampada ritrovata in camera da letto. La procura ha intanto chiesto la conferma del provvedimento di fermo al gip.