Nessuno si spiega l’accoltellamento e l’uccisione di Nicola Fantei. Non solo i parenti italiani. Sono gli amici e i vicini di casa ad Anniston in Alabama a essere sorpresi da un episodio così violento nella vita di un uomo che conoscevano da anni e che si era sempre fatto benvolere dalla comunità locale per la sua umanità e disponibilità a dare una mano a tutti. Nicola Fantei, come abbiamo già scritto ieri dando in anteprima la notizia del delitto, viveva negli Stati Uniti da circa 30 anni dopo aver lasciato Livorno (diove aveva frequentato l’Iti) e Collesalvetti, sua cittadina d’origine. Nel tempo si era guadagnato la cittadinanza americana che aveva sommato a quella italiana. Esperto di informatica, oltre ad aver lavorato come web designer per grandi aziende, aveva sviluppato tanti interessi e attività, dal’arte alla cucina. E come si può capire dai commenti addolorati dei concittadini alla notizia dell’omicidio e dell’arresto del presunto assassino, riportata sulla pagina facebook del Dipartimento di Polizia di Anniston,
Nicola era molto amato nella cittadina di 23mila abitanti della provincia americana. E in una piccola città, dove ci si conosce tutti, c’è chi porta anche delle testimonianze relative al giovane arrestato con l’accusa di aver ucciso Nicola Fantei. Un cittadino ricorda di conoscere Hunter Kimberly, l’uomo individuato dalla polizia. E secondo la sua testimonianza sarebbe stato un giovane problematico anche nei rapporti familiari. Un altro cittadino afferma di averlo conosciuto a un corso professionale per saldatore dove avrebbe manifestato atteggiamenti un po’ strani. Quindi è possibile che l’omicidio sia avvenuto anche per una reazione violenta ed esagerata ad una semplice parola o osservazione, magari un banalissimo diverbio condominiale o, come già detto ieri, una reazione alla difesa di una ragazza da parte di Nicola. Ma tutto questo è per ora soltanto un’ipotesi. Gli inquirenti sono stati molto stringati nel loro comunicato.
Giuseppina, la madre di Nicola Fantei ha 84 anni e vive a Colelsalvetti, praticamente ogni giorno sentiva il figlio e quando non ha ricevuto risposta alle telefonate si è preoccupata. I parenti hanno avuto comunicazione di ciò che era accaduto solo il giorno dopo dal consolato, che per l’area dell’Alabama si trova a Miami, in Florida. "Oltre al dolore – spiega Patrizia Formichi, cugina di Nicola Fantei – sappiamo solo poche cose di questa tragedia. Nicola era una persona eccezionale, ricca di interessi, con tante capacità, era ben inserito ad Anniston. In tanti gli volevano bene. Stiamo aspettando notizie anche per un aventuale rientro in patria della salma". Ma la situazione non è semplice. L’inchiesta è appena agli inizi. Non è escluso che sia necessaria l’autopsia e probabilmente altri accertamenti prima di qualsiasi decisione. La famiglia ieri è entrata in contatto con il consolato. Il fratello di Nicola, Simone, ha fornito una serie di riferimenti per sbrigare alcune formalità burocratiche, ma da quanto si è appreso, per il rimpatrio della salma occorre ancora tempo.
Luca Filippi