Livorno, 6 novembre 2024 – La città di Livorno conferma la sua vocazione di città-museo. Un meseo all’aperto popolato da opere di street artist di fama. L’ultima ha la firma dell’artista californiano Aryz.
Sulla grande parete cieca dello stabile di via Strozzi 15, a pochi passi dal Comune di Livorno, dal porto e dal Museo della Città, nel cuore del quartiere Venezi, ha realizzato questa opera d’arte promossa dal Comune di Livorno e realizzata grazie al sostegno di Castagneto Banca 1910, con l’Associazione MuraLi, presieduta da Ilaria Tamalio e attiva da anni nell’ambito, in collaborazione con il giovane curatore e collezionista Gian Guido Grassi, che è fondatore dell’associazione Start Attitude, che conta su una rete di artisti urbani e contemporanei tra i più noti e richiesti al mondo. Tra di loro Aryz, californiano di Palo Alto classe 1988, che ha già fatto la storia dell’arte urbana nelle principali metropoli globali ed è molto conosciuto anche in Italia. Il suo murale a Livorno sarà il primo in Toscana, dopo una mostra e l’installazione temporanea realizzata nell’ex Chiesa di San Mattia a Bologna e un muro dipinto molti anni fa a Torino. Il nuovo murale di Livorno sarà inaugurato sabato 9 novembre alle 11 alla presenza delle autorità, dell’artista e dei coautori del progetto. L’evento è aperto alla cittadinanza.
Nessun bozzetto e nessun tema specifico per qiesta opera: è l’anima del luogo a guidare le pennellate di Aryz sulla grande parete cieca di via Strozzi. Come molti artisti della sua generazione, Aryz, al secolo Octavi Arrizabalaga, ha iniziato il suo percorso artistico dipingendo graffiti nei primi anni 2000, prima nelle aree industriali di Barcellona e poi in Marocco, Giappone, Francia, Regno Unito, Finlandia, Danimarca, Polonia, Cina, Madagascar, Venezuela e Stati Uniti. Ha esposto in musei e collabora attualmente con una casa editrice di arti grafiche con cui produce regolarmente pezzi in serie, selezionate da fiere d’arte internazionali come Art Basel Hong Kong o Arco Madrid. Negli ultimi anni Aryz ha diminuito drasticamente il numero di opere murali, per ciascuna delle quali si riserva una totale libertà espressiva.