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"Noi siamo argine al degrado"

Livorno, intervista alla presidente del Ccn della Venezia: "Movida, è sbagliato demonizzarci"

"Basta demonizzare il quartiere Venezia e i suoi locali. Grazie a questa attività, non solo creiamo posti di lavoro, ma siamo un baluardo contro l’illegalità e gli eccessi della movida". Lo sostiene con convinzione Camilla de Salvo, presidente del Centro commerciale naturale della Venezia. Lo fa a nome delle attività e dei locali dello storico quartiere frequentato nei fine settimana per la movida.

Nel ponte di Ognissanti, ma anche questo week end tra i residenti si sono levate voci critiche per i disagi legati alla movida.

"In queste occasioni, come in altre, i fatti negativi avvengono quando i locali sono chiusi. Se qualcuno fa esplodere i botti, noi esercenti certamente non abbiamo responsabilità".

Nel protocollo sulla movida firmato a settembre tra Prefettura, Comune e esercenti, è previsto che i gestori dei locali si dotino di personale per tenere la situazione sotto controllo.

"Le istituzioni che hanno firmato il protocollo sulla movida, deve tenere di conto che non tutte le attività se lo possono permettere, nè sono nella condizione di averne bisogno perché la situazione è tranquilla. Il buttafuori non serve a nostro parere. Piuttosto serve un maggiore controllo delle forze dell’ordine. La situazione più critica è in piazza dei Domenicani perché la più affollata. Lì sarebbe utile un monitoraggio più puntuale, ma non alle dieci di sera. Dopo la mezzanotte e quando i locali sono chiusi in quella fascia oraria nella quale più elevato è il rischio che si verifichino situazioni che mettono a repentaglio l’ordine e la sicurezza".

L’impressione è che sia preso di mira solo il quartiere della Venezia quando scoppia qualche grana?

"Non si può prendere di mira sempre e solo la Venezia. Invito i residenti a parlare con il questore e il sindaco per capire come stanno le cose. Poi finché i nostri locali sono aperti, la situazione è sotto controllo. Quando i locali chiudono la situazione diventa è più fluida e imprevedibile. Bisogna capire che finché noi teniamo le luci accese, siamo una garanzia per tutti".

C’è poi il fenomeno dilagante dei minorenni che abusano di alcol.

"Nel mio locale siamo sicuri che un minorenne non beve. Poi però i minorenni per eludere controlli e divieti, vanno nei supermercati o nei minimarket (di cui si autorizza l’apertura con troppa liberalità) dove acquistano alcolici che poi vengono a bere sui muretti in Venezia e sotto l’effetto dell’alcol sono causa di problemi per se stessi e per gli altri. Serve un giro di vite sulla vendita ’facile’ di bevande alcoliche in certe attività commerciali. Poi non solo in Venezia, circolano dal dopocena in poi i venditori abusivi di alcolici: propongono birre a 1 euro".

E la questione della pulizia della Venezia.

"I gestori dei locali fanno quello che possono incluso spazzare all’esterno dei locali quando chiudono perché abbiamo senso di responsabilità. Ma il quartiere è sporco per responsabilità dei frequentatori, ma anche di alcuni residenti irrispettosi che lasciano i rifiuti nei nostri bidoni , fanno fare i bisogni ai cani davanti ai nostri locali".

Monica Dolciotti