Livorno, 8 marzo 2023 – No al rigassificatore di Piombino, ma no anche alle opere che puntano a un futuro ancora affidato ai fossili. No alla Rete Adriatica del gas per il famoso progetto di un'Italia hub del metano, no alle trivellazioni nell'Adriatico al largo delle coste delle Marche, no al rigassificatore a Portoscuso in Sardegna, no alla cattura e stoccaggio CCS della CO2. Una mobilitazione per un futuro che sia fatto di rinnovabili e non di gas, contro inquinamento, rischi e nocività.
Su questa piattaforma una rete di organizzazioni lancia la manifestazione nazionale 'Per la giustizia climatica liberiamoci dal fossile e da opere inutili - no rigassificatori, no trivelle, no gasdotti', che si terrà a Piombino il prossimo 11 marzo a partire dalle ore 14. Sarà solo la prima di una serie di mobilitazioni che coinvolgeranno vari territori del Paese di varie Regioni con la partecipazione di comitati cittadini, associazioni ambientaliste, organizzazioni sindacali e sociali. Una lotta a livello nazionale "con proposte e azioni concrete a partire dai luoghi dove si stanno imponendo le opere fossili", quindi "trenta territori in cammino e 12 organizzazioni sindacali le prime realtà che partecipano".
I promotori
L'iniziativa è stata presentata ieri alla Camera dalla Rete nazionale No Rigass No GNL e dalla Campagna fuori dal fossile con i loro rappresentanti, dai comitati di Piombino, Usb, Cobas. E c'è stata una 'chiamata in causa' della neosegretaria Pd Elly Schlein: "le prime parole di Schlein sono state sull'emergenza ambientale, ora può fare qualcosa".
Non che i movimenti si aspettino molto, però: "dal Pd non ci ha contattato nessuno, ma visto che Schlein era la vicepresidente della Regione Emilia Romagna e non si è mai espressa contro il rigassificatore di Ravenna non crediamo lo faccia per Piombino, ma si può sempre cambiare idea, come ha fatto Meloni che prima era contro le trivelle e ora è a favore", dice un esponente di Trivelle Zero Marche.
Il sindaco di Piombino
E il sindaco FdI di Piombino, ci sarà anche lui l'11 marzo alle 14 alla manifestazione nazionale? "La posizione del Sindaco è stata sempre chiara, è sempre intervenuto, anche a nostre iniziative", spiegano i rappresentanti di Piombino, "ci ha sempre difeso ed è stato dalla parte dei cittadini, ma ha detto che non è contrario ai fossili in generale, il resto andrebbe chiesto a lui". Comunque, proseguono i promotori, "venga chiunque, venga con sé stesso, anche se in dissenso con le organizzazioni di cui fa parte".
I movimenti e i comitati
Intanto sempre sul fronte partiti nazionali dovrebbe partecipare il M5S regionale della Toscana. Più in generale, "la manifestazione di Piombino non è la fine di un discorso ma il prosieguo di un percorso di lotta in Italia", perché "i territori che ci saranno sono chiamati 'zone di sacrificio', dove si accoppiano in modo militare strategia e urgenza", per i fossili, però, per un futuro che è passato. La manifestazione dunque si farà "a Piombino e non a Roma perché la democrazia vera sta lì e non nella Capitale, e in un anno la mobilitazione ha prodotto decine di assemblee pubbliche". Dunque "la democrazia oggi abita a Piombino", sottolineano i movimenti.
Per chi si oppone alla strategia energetica del governo, "il governo Meloni, in continuità con quello Draghi si conferma prone agli interessi delle multinazionali" e "considera molti porti e località solo uno snodo per fare del nostro paese un hub del metano, pericoloso gas climalterante", il tutto "in piena crisi climatica, che ci obbligherebbe a abbandonare le fossili".
A sostegno di tutto ciò "continua la falsa narrazione tossica per la quale manchiamo di energia e siamo in emergenza energetica", denunciano dalla Rete nazionale No Rigass No GNL e dalla Campagna fuori dal fossile, mentre gli stessi dati del governo "certificano che consumiamo sempre meno gas".
"Opere inutili e dannose”
Insomma, a guardare gli stessi numeri dei ministeri competenti secondo i movimenti quelle proposte sono "opere inutili e dannose" i cui costi per di più "vengono scaricati sulle bollette dei cittadini che le pagano anche se non dovesse passare anche un solo metro cubo di gas solo per assicurare profitti esorbitanti da miliardi di euro" alle società energetiche coinvolte. Invece "per tutti noi emissioni di sostanze inquinanti e climalteranti e un'accelerazione spaventosa del sistema estrattivista come unico modello di vita".
Alla luce di tutto ciò "ancora una volta tocca a tutti noi rilanciare la lotta a livello nazionale con proposte e azioni concrete a partire dai luoghi dove si stanno imponenso queste opere fossili" perché "il tema della fuoriuscita dal fossile non è certo nostro monopolio ma un'urgenza sociale e politica di molti".