Livorno, 3 maggio 20923 – “Finalmente i 35 naufraghi salvati nel Mediterraneo centrale sabato scorso hanno toccato terra. Nei quattro giorni di navigazione che sono serviti per arrivare dal luogo del soccorso al porto di sbarco li abbiamo visti iniziare a stare meglio. Mi ha colpito molto un ragazzo che appena salito a bordo, dopo il salvataggio, tremava ed era in stato di choc: dopo quasi quattro giorni di navigazione sul natante sovraffollato e precario con cui erano partiti, pensava che non ce l'avrebbe fatta”.
È quanto riferisce Ahmed Echi, mediatore culturale a bordo della nave Life Support di Emergency, stamani approdata a Livorno con i 35 migranti soccorsi il 29 aprile in area Sar maltese. Emergency spiega che i 35 soccorsi - che provengono da Palestina, Siria e Bangladesh -, erano partiti da Tobruk, nell'est della Libia, e quando sono iniziate le operazioni di soccorso si trovavano in mare da quasi quattro giorni, alla deriva e senza sufficienti scorte di cibo e acqua, e "sono state costretti ad altri 4 giorni inutili di navigazione prima di poter sbarcare”.
"Per la Life Support è stato il primo soccorso di un'imbarcazione partita dalla Cirenaica, in una zona molto estesa e poco presidiata - spiega Albert Mayordomo, Sar Mission Coordinator della Life Support di Emergency -: i naufraghi erano in mezzo al nulla e si erano persi. Da Tobruk erano partite insieme due imbarcazioni, le autorità erano al corrente dei casi ma non sono intervenute. Al contrario, il mercantile che è intervenuto per intercettare uno dei due natanti ha riportato i naufraghi in Libia, che non si può in alcun modo considerare un luogo sicuro per lo sbarco a seguito di un soccorso”.
La nave Life Support di Emergency conclude oggi la sua sesta missione. In mare da dicembre 2022, ha finora soccorso 654 persone.