
Anwar con la maglia del Livorno (Foto Novi)
Livorno, 7 giugno 2023 – Ci sarebbe un indagato per la morte di Anwar Megbli, il calciatore 18enne del Livorno morto in seguito a un incidente stradale sull’Aurelia nella notte di domenica 4 giugno. Si tratterebbe del 29enne di Cecina che guidava l'auto rimasta coinvolta nel tamponamento. Indaga la polizia stradale, che formula nei confronti del giovane di Cecina l’accusa di omicidio stradale aggravato, essendo risultato positivo all'alcol test. Sulla dinamica dell'incidente sono ancora in corso le ricostruzioni.
"Il calcio era il riscatto
della sua vita in salita”
In tanti volevano bene ad Anwar Megbli, giovane promessa del calcio amaranto, un trequartista dal piede e dal cuore d’oro. Marco Braccini, responsabile del settore giovanile del Livorno, aveva seguito Anwar già prima che approdasse nella società amaranto e il tragico incidente lo ha particolarmente colpito. Iniziamo dalla fine: lunedì sera, prima che i medici staccassero la spina, Braccini ha accompagnato la squadra a dare l’ultimo saluto ad Anwar. Affetto e anche coraggio.
Come avete affrontato questo passaggio?
«E’ stata dura, ma era giusto farlo. Tutti gli volevamo bene. E volevamo in qualche modo fargli sentire che c’eravamo, perché una squadra è unita sempre, non solo quando si festeggia una vittoria sul campo».
E i compagni di Anwar come si sono sentiti?
«Non si aspettavano di poter far visita tutti. E’ stato un pugno nello stomaco. Ma è giusto che ragazzi di 18 anni si rendano conto della realtà della vita che può essere bellissima e anche molto dura».
Non è il primo giovane calciatore che perde in un incidente stradale. Cosa vorrebbe dire ai ragazzi?
«Nella mia carriera Anwar è il quarto che purtroppo perde la vita in un incidente. Tutti, anche gli altri, in motorino. Non mi piace atteggiarmi a maestro. Non lo sono. Ma ai giovani dico di stare attenti perché in un secondo si può bruciare la vita».

E Anwar Megbli era un ragazzo che amava la vita e il calcio. Era davvero un giocatore promettente?
«Sì, aveva iniziato nelle giovanili del Cecina poco più che bambino. Poi era passato alla Pro Livorno ed è lì che l’ho conosciuto ed ho imparato ad apprezzare le sue caratteristiche tecniche che ha continuamente migliorato grazie al lavoro degli allenatori. Lo scorso anno l’ho portato nel Livorno e si è fatto subito notare come trequartista per il suo piede molto educato calcisticamente. Tanto è vero che è stato convocato anche diverse volte in prima squadra».
Ma Anwar non aveva avuto una vita facile...
«E’ nato a Livorno da genitori stranieri e questo chiaramente non è un problema. Ma poi nella sua infanzia ci sono stati alcuni problemi che non dipendevano da lui. Da circa 10 anni era stato dato in affido. Francesca, per lui è stata una seconda mamma, lo ha seguito con attenzione e Anwar da parte sua è stato bravo e costante nell’impegno. Il calcio richiede disciplina, non solo talento. Bisogna allenarsi con metodo, rispettare i compagni di squadra e gli allenatori. Lui aveva il suo carattere, ma alla fine ha trovato la strada giusta e stava venendo fuori nel modo migliore».
Come lo ricorda?
«Il suo sorriso l’ultima volta che ci siamo visti. Il venerdì prima dell’incidente è venuto in sede per cercare la maglia amaranto della prima squadra, la sua maglia numero 30 con il suo nome scritto sulle spalle. Gli ho detto: Anu, vai di sopra, fattela dare la maglia, l’abbiamo messa da parte. E lui è corso su. Era felice. E lo ero anche io. Per noi un ragazzo che cresce e fa progressi, è tutto. In fondo facciamo questo mestiere per questo, per accompagnare i giovani verso la maturità. Poi, possono diventare grandi calciatori oppure no, dipende da tante cose. Ma l’importante è che diventino uomini».
E insieme a Marco Braccini, ricorda Anwar Megbli anche Claudio Paoli dello staff delle giovanili del Livorno: «Tanti mesi fatti di brontolate, di guasconate, di stima, di risate, ma soprattutto di tanto affetto. Adesso non ha più nessun senso. Mi mancherà il tuo sorriso. Non è giusto tutto questo. Ti voglio bene Anu, ragazzo mio».️
Luca Filippi