Piombino (Livorno), 5 agosto 2019 - E’ il macabro enigma dell’estate sulla costa livornese: chi ha messo il corpo senza vita di Simonetta Gaggioli in un sacco a pelo abbandonato ai bordi della vecchia Aurelia?
Il figlio Filippo Andreani, 47 anni, è stato sentito per tutta la notte dai carabinieri del nucleo investigativo di Livorno. Non era ancora certa l’identità del cadavere, trovato sabato mattina vicino Riotorto in avanzato stato di decomposizione, ma si riteneva che potesse essere quello della donna scomparsa da qualche giorno proprio dal paese. Ore sotto torchio, durante le quali l’uomo, che ha alle spalle una vita un po’ burrascosa, avrebbe fornito una versione dei fatti lineare, senza cadere in contraddizione. Ieri mattina, quando c’è stata una prima svolta nella vicenda, con l’identificazione della donna grazie a un orologio bianco con quadrante verde, il figlio è scoppiato in lacrime per il dolore. Una reazione che agli investigatori è apparsa genuina. Alla fine, in tarda mattinata è stato lasciato libero, non essendo emersi elementi particolari contro di lui. Libera anche la moglie brasiliana che ha fornito una versione parallela e combaciante con quella del figlio. I tre figli piccoli della coppia con età da 4 a 9 anni, invece, sono stati affidati momentaneamente agli assistenti sociali, per evitare loro di vivere una situazione che potrebbe essere traumatica. L’auto della coppia infine è ancora nelle mani dei carabinieri per ulteriori rilievi. Al vaglio anche il cellulare della vittima, trovato insieme al corpo nel sacco a pelo. Da una prima serie di controlli non sarebbero emersi elementi significativi, ma è chiaro che l’apparecchio, le telefonate ricevute e quelle fatte, la messaggistica, sono al setaccio degli esperti dei carabinieri. Stamani la Procura di Livorno affiderà l’incarico per l’autopsia sul corpo che sarà eseguita all’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Pisa.
Si dovrà accertare se la donna è morta per cause naturali, un incidente o se è stata uccisa. A un primo esame non sono stati rilevati sul cadavere segni di violenza, ma il corpo rimasto per circa una settimana chiuso in un sacco in un fossato ai lati della vecchia Aurelia era in decomposizione e servono maggiori approfondimenti. La casa di Riotorto, in via Bonaria, dove Filippo Andreani viveva con la moglie, i tre figli e la madre era stata posta sotto sequestro la sera di sabato. Ieri, dopo le 13, è stata dissequestrata e Andreani è tornato libero di farvi ritorno. Ma ieri sera nessuno dei vicini lo aveva ancora visto e al campanello non ha mai risposto. Simonetta Gaggioli, 73 anni, ex funzionaria della Regione Toscana, aveva vissuto fino a tre mesi fa a Follonica (fu anche candidata al Comune per il Pdl nel 2009), poi aveva deciso di prendere una casa in affitto a Riotorto, forse anche per stabilire una piccola distanza dal figlio con il quale aveva rapporti non sempre semplicissimi. Filippo, dopo aver gestito una birreria a Follonica, aveva deciso anni fa di trasferirsi in Brasile, dove aveva conosciuto la moglie e avuto tre figli. Quattro anni fa il ritorno in Italia e le difficoltà di reinserimento, con la madre che gli aveva sempre dato una mano, nonostante i frequenti litigi, e alla fine lo aveva ospitato a Riotorto. Anche i vicini non fanno mistero delle urla che si sentivano dalla casa e del fatto che ogni tanto la madre si assentava per qualche giorno andando dalla sorella o dalle amiche. E anche l’ultima assenza sembrava essere per questo. Il figlio però, dopo alcuni giorni, non rintracciandola, venerdì ha sporto denuncia per scomparsa e sabato mattina il corpo è stato trovato casualmente sulla vecchia Aurelia: un piccolo cinghiale investito da un’auto ha attirato l’attenzione su quel punto e sul fossato in cui tra l’erba spuntava il sacco a pelo.
Luca Filippi