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"Ciò che ci ha spinto a promuovere la causa civile davanti al tribunale di Firenze dopo il deposito della relazione conclusiva da parte della Commissione Parlamentare di inchiesta, non è stata l’intenzione di ottenere un risarcimento dei danni, ma quella di ottenere, finalmente, il riconoscimento in una sede giudiziaria delle gravissime responsabilità della Capitaneria di Porto di Livorno per non avere garantito la sicurezza della navigazione all’interno della rada del Porto di Livorno e per l’assenza di soccorso al traghetto Moby Prince". Così concludono i familiari delle vittime del traghetto Moby Prince una nota firmata da Loris Rispoli, presidente dell’Associazione 140, e Luchino Chessa, Presidente Associazione Familiari-Vittime Moby Prince Onlus. "Siamo grati a tutti i Parlamentari – hanno scritto – per l’attenzione e la sensibilità che hanno espresso verso i familiari delle vittime del Moby Prince. Ringraziamo tutti gli esponenti delle Istituzioni che, appresa la recente notizia del rigetto della nostra domanda da parte della sezione civile del Tribunale di Firenze, si sono impegnati a sostenere ogni iniziativa utile all’accertamento dei fatti e delle responsabilità. Abbiamo fatto tutto questo e continueremo a farlo, non certo per ottenere un risarcimento materiale dei danni, ma solo perché la mancanza di giustizia è per noi intollerabile ed inaccettabile".