"Il 2 novembre 2020 è stata pubblicata la sentenza della sezione Civile del Tribunale di Firenze relativa alla causa contro il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e Ministero della Difesa promossa dai familiari delle vittime del Moby Prince nell’aprile 2019. Lo scopo era mettere in evidenza le responsabilità di chi la notte del 10 aprile 1991 avrebbe dovuto controllare del porto di Livorno e soccorrere le persone a bordo del Moby Prince. Ricordiamo che l’assenza dei soccorsi ha contribuito alla morte dei passeggeri e dei membri dell’equipaggio del traghetto. Purtroppo la sentenza ha rigettato l’istanza dei familiari per intervenuta prescrizione. È poi di una gravità estrema avere ritenuto la relazione della Commissione Parlamentare di Inchiesta sul Moby Prince unicamente un atto politico". Lo ha scritto in una nota ufficiale ieri Luchino Chessa presidente dell’Associazione 10 aprile familiari vittime del Moby Prince. "Proprio le risultanze del lavoro della Commissione Parlamentare, che hanno scardinato le verità processuali del passato, hanno portato i familiari a citare lo Stato. Va detto che tale azione non aveva lo scopo di avere chissà quali risarcimenti, ma avere giustizia". Chessa ha aggiunto: "I familiari delle vittime del Moby Prince non si fermeranno".
CronacaMoby Prince La lettera di Chessa