Livorno, 1 febbraio 2025 – Leggete queste parole o fatevele leggere per il conforto di ascoltarle e ritrovare il cuore quando tutto sembra invitare ad accettare la logica del conflitto, che porta alla sopraffazione, e a parlare di “deportazione” normalizzando un termine che fa paura: “Ci sarebbe piaciuto giocare insieme, venirvi incontro all’arrivo nella nostra classe, aiutarvi con i gesti a capire la lingua nuova, soprattutto attaccarci alle ginocchia di chi veniva a prendervi, perché non vi portasse via da noi e nascondervi, magari nel nostro letto. Ora saremo più vicini ai tanti bambini che ancora soffrono per il razzismo e la cattiveria. Ai bambini che fuggono. A quelli che sono portati via dalle loro case. A quelli che desiderano vivere in pace”.
Le ha pronunciate Diewo, una ragazza della Scuola della Pace di Livorno, di origine senegalese, in una lettera idealmente indirizzata ai bambini della famiglia di Abramo Levi, in memoria dei cui componenti e di Corinna Coen la Comunità di Sant'Egidio ha impiantato nove pietre d'inciampo il 28 gennaio, per la Giornata della Memoria. Inciampare per non dimenticare il punto più basso e infernale della storia umana: la Shoah. Da Livorno furono deportati almeno duecento livornesi di religione ebraica, avviati verso Auschwitz in soli due mesi, tra il dicembre del 1943 e il gennaio del 1944. Tra loro anche un gruppo di famiglie ebree di origine italiana, fuggite dalla Turchia in conseguenza dei disordini e dei massacri seguiti alla guerra greco-turca. Nella mattina, alla presenza di tanti giovanissimi (molte le classi del comprensivo Micheli-Bolognesi e del liceo Cecioni), sono state impiantate le pietre di inciampo dedicate alla famiglia di Abramo Levi, deportato insieme alla moglie e ai quattro figli.
Nel pomeriggio, un corteo silenzioso ha percorso le vie del centro cittadino per poi raggiungere la Sinagoga, sostando presso la pietra di inciampo dedicata ad un’altra livornese, Nella Coen, insegnante di lingua e letteratura tedesca, deportata da Abbazia (Fiume) dove si era rifugiata. Al termine, gli interventi delle autorità civili e religiose e l'accensione della Chanukkà, in ricordo delle vittime della Shoah nei lager nazifascisti. La giornata è stata organizzata da Sant'Egidio in collaborazione con il Comune, la Diocesi di Livorno e l'Istituto storico della Resistenza. “E' un momento drammaticamente segnato dalla guerra. Questo forte vento gelido – ha detto Anna Ajello, di Sant'Egidio - soffia oggi sul Mediterraneo: bisogna contrastarlo essendo uniti, stringendoci forte, per andare avanti con mite determinazione, illuminati dalla memoria di un grande dolore innocente, di ieri e anche di oggi”.
Sono intervenuti Angela Rafanelli, assessore alla cultura, la dirigente scolastica Cecilia Semplici, il delegato del vescovo Andrea Zargani, Vittorio Mosseri, presidente della comunità ebraica. La memoria celebrata – ha sottolinato Mosseri - “possa essere in un tempo di grande confusione e contraddizione delle coscienze, fonte di discernimento e di giustizia: questo è il tempo dei giusti”.