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Lupo impiccato sulla Fi-Pi-Li, c’è una taglia su chi l’ha ucciso

La carcassa lasciata al cavalcavia di Navacchio. Appello anche a eventuali testimoni livornesi

Un esemplare di lupo

Cascina (Pisa), 8 luglio 2023 – Sono state già sentite le prime persone. Lupo impiccato al cavalcavia della Fipili, a Navacchio, le indagini sono state da subito a tutto tondo ma concentrate nel mondo di chi può aver subito danni dall’animale, cacciatori o pastori. Sono i carabinieri forestali a seguirle. Sul posto anche personale dell’Asl e del Parco.

Le prime risposte saranno date dagli esami eseguiti dall’istituto zooprofilattico di Grosseto dove si dovrà appurare se si tratta di un lupo puro o ibrido. Perché nel primo caso l’ipotesi di reato è quella di uccisione di animale (articolo 544), pena prevista da 4 mesi a 2 anni, nel secondo si avrebbe un concorso di reati per la legge violata sulla specie protetta (la 150 del ’92). Ma gli strumenti investigativi sono comunque limitati. Non è prevista, per questo tipo di reato, per esempio, l’intercettazione.

Ci si sta dunque concentrando su possibili immagini delle telecamere, su testimonianze (magari anche di livornesi transitati nella zona), sulle tracce, su indizi. L’appello è rivolto a tutti, a chiunque possa fornire qualche indicazione utile alle indagini. Quando arriveranno i risultati, ulteriori approfondimenti saranno eseguiti sui pallini estratti dall’animale.

La ricostruzione. Quando e come è accaduto il fatto? Un’esecuzione. Il canide è stato ferito da dietro alle zampe e poi terminato alla testa da più vicino. L’orario più probabile è quello che precede l’alba, quando la luminosità è ridotta e l’autore era protetto ancora dal buio. Inoltre, l’analisi delle zecche che si allontanano dal corpo quando il sangue si addensa. Un gesto dimostrativo. Così come successe a Monterotondo nel 2017, quando un lupo fu ucciso, scuoiato e appeso. Proprio per questo le indagini sono rivolte anche al settore della pastorizia dove sarebbero già state ascoltate alcune persone.

"Un atto dimostrativo frutto del clima di esasperazione che non è però la strada giusta da percorrere per risolvere l’emergenza predazioni nelle campagne della nostra regione. E’ vero altrettanto che le istituzioni, a tutti i livelli, devono iniziare a dare risposte concrete e solide", commenta il nuovo presidente di Coldiretti Pisa, Marco Pacini. Secondo l’associazione che tutela gli imprenditori agricoli, il numero dei predatori, lupi ed ibridi appunto, "fuori controllo, sta mettendo in grave pericolo un patrimonio inestimabile composto da migliaia di aziende agricole e posti di lavoro". Presenza di lupi e ibridi che "non è più confinata alle sole montagne ma sono sempre più ricorrenti e frequenti avvistamenti nei centri abitati, tra le abitazioni, dove le comunità iniziano ad avere paura e a porsi domande sulla sicurezza".

E a spingere i lupi sempre più "verso i centri abitati è la ricerca di cibo causata da un’altra emergenza, quella della fauna selvatica, soprattutto cinghiali, 300 mila - la stima- altro fenomeno che sta devastando le coltivazioni e mettendo a soqquadro le campagne. I cinghiali, spinti dalla fame, si spostano sempre di più verso valle, costringendo i lupi ad inseguirli". Quindi l’appello alle istituzioni per un piano nazionale.

"Dal 2009 al 2022, sono spariti 468 allevamenti ovini da latte in tutta la regione". Ma quanti e dove sono i lupi sul nostro territorio? Secondo uno studio del 2016, in Toscana variano da oltre 500 a quasi 900, 3500 a livello nazionale. "Un branco vive nel Parco di San Rossore dove ha selvaggina in abbondanza. Esemplari isolati – come spiega Marco Del Frate, ricercatore ed esperto, che da anni studia la fauna della Tenuta – sono a Marina e a sud di Migliarino". Poi sono stati avvistati nel corridoio naturale del Monte Pisano. E da anni se ne parla in Valdicecina.