Livorno, rogo alla Scopaia: “Cittadini vittime due volte”

L’incendio dell’escavatore accende la polemica. Amadio (FdI) “scandalizzata dai comportamenti di Salvetti”. Solidarietà alla ditta dai 5Stelle

La protesta contro  il "Cubone" (Novi)

La protesta contro il "Cubone" (Novi)

Livorno, 23 ottobre 2024 – Dopo il rogo in via San Marino a Scopaia, nel cantiere del ’Cubone’, che ha provocato la distruzione di un escavatore della ditta Frangerini impegnata nei lavori per la costruzione del polo sportivo polivalente voluto dall’amministrazione comunale, il sindaco Luca Salvetti ha ’punzecchiato’ le opposizioni in consiglio comunale, colpevoli secondo lui di “non essere intervenute a sostegno dell’amministrazione e contro questo episodio. Eppure tutti loro ed altri specie in campagna elettorale, sono andati in via San Marino, anche bisticciandosi tra di loro su chi ci poteva, o non ci poteva stare”. Chiamati in causa, alcuni esponenti delle opposizioni hanno replicato. Marcella Amadio capogruppo di FdI ha commentato si è detta “scandalizzata per i comportamenti del sindaco, intrisi di ammiccamenti abbastanza equivoci. Quando abbiamo letto dell’incendio dell’escavatore, e considerato che io non ho la sfera di cristallo, sarebbe stato opportuno prima di parlare, attendere l’esito delle indagini, per capire se si è trattato di un tentativo di sabotaggio, o di un danno per un guasto al mezzo”. E ha concluso: “Il sindaco in questo caso si lancia in un sillogismo da respingere, perché sostiene che sia mancata la solidarietà delle opposizioni”.

Il Movimento 5 Stelle spiega che “dalla conferenza stampa convocata lunedì dal sindaco Salvetti, abbiamo appreso che un escavatore impiegato nella realizzazione del cosiddetto ’Cubone’ alla Scopaia, ha preso fuoco. Sembra ormai accertato che si sia trattato di un fatto doloso, con il conseguente avvio delle indagini per individuare gli autori. Gli aspetti di cronaca della conferenza stampa si chiudono qua, perché quello che ne è seguito ha avuto molto più a che fare con un teatrino della politica, che con il racconto e l’analisi dei fatti. Così il sindaco sceglie, prima, di vestire il ruolo di ispettore di polizia che ha già risolto il caso, individuando gli attentatori all’interno dell’ampio fronte che si è opposto non alla realizzazione della palestra, quanto alla sua localizzazione, poi di indossare i panni di giudice che, con il dito puntato, attribuisce la responsabilità politica a quelle forze di opposizione che non dovessero prendere le distanze da quanto accaduto. Come gruppo M5S non abbiamo difficoltà a condannare l’episodio e a esprimere solidarietà alla ditta. Riteniamo però che di questo episodio siano due volte vittime i cittadini del quartiere che si oppongono al progetto, costretti a vivere anche queste situazioni di pericolo, tanto che hanno subito denunciato quanto accaduto”.

 Monica Dolciotti