Livorno ha aperto le porte alla street art che ha arricchito le superfici pubbliche nella Venezia, Borgo dei Cappuccini e via Roma. Tra gli artisti Ligama (al secolo Salvo Ligama), 34 anni nato a Caltagirone, studi a Catania, ha spiccato il volo per Bologna, Roma, Torino e Livorno dove ha prodotto due murales: il primo in via Pompilia ‘Quando manca l’aria’ ispirato a Jeanne Hebuterne la compagna del pittore Livornese Amedeo Modigliani. L’ultimo sugli Scali delle Pietre ‘Fiori di Glicine’ un omaggio alle ‘Leggi Livornine’ di Ferdinando De Medici. Ligama ha sposato la street art preferendo superfici come muri, o facciate di edifici alle convenzionali tele. "Sono andato al di là dello saezio della tela. Ad un certo punto ho capito che lo spazio che ci circonda è più importante".
Nell’immaginario collettivo si associa la street art ai ‘graffitari’.
"Il ‘graffitismo’ è stato una grande rivoluzione degli anni 70 e 80 che ha contribuito a cambiare la storia, ma è espressione della protesta e rottura con la società. L’arte urbana intesa come arte pubblica è un’altra cosa perché le opere che le appartengono possono essere fruite da tutti senza dover andare in gallerie o musei o luoghi particolari".
Ligama ha alle spalle studi all’Accademia di Belle Arti di Catania e la classicità greca di cui la Sicilia è pervasa.
"Si assorbe da quello che ci circonda sia come eredi della cultura greca in Sicilia, sia dalla cultura classica. Per me anche chi fa arte concettuale e astratta non può prescindere da quei canoni".
Ligama e Livorno.
"Livorno mi ha scoperto grazie alle socie della Galleria Uovo alla Pop. Fanno un ottimo lavoro non solo di scouting, ma anche di conoscenza dell’arte pubblica in generale, così sono arrivate a me".
Un filo rosso unisce Livorno a Catania.
"La simbiosi con il mare, il carattere esuberante delle persone e la multiculturalità"
Monica Dolciotti