IRENE CARLOTTA CICORA
Cronaca

Livornesi al mare, dalle "cabanes" ai primi stabilimenti balneari

L'architetto Velia Gini Bartoli racconta la genesi di una tradizione. Che parla anche di Napoleone Bonaparte

Scoglio della Regina, 1910

Livorno, 21 agosto 2017 - In principio furono «les cabanes», ovvero strutture provvisorie ed elementari con tre nasse legate insieme e dei bidoni galleggianti su cui poggiava una rudimentale cabina. Il Granduca concedeva che queste costruzioni – si stima che in prossimità del porto, dove oggi c’è la stazione marittima, ne «sorgessero» fino 800 a stagione – potessero essere piazzate per tutta l’estate: erano i bagni dei poveri, targati XVIII secolo. «Il primo a capire che il posto giusto dove sviluppare un vero stabilimento era verso San Jacopo, con acqua pulita e “profumata di conchiglie”, fu un certo Paolo Baretti nel 1780 – spiega l’architetto Velia Gini Bartoli, studiosa del periodo napoleonico – Sorse sulla Spianata dei Cavalleggeri, a lato del Forte presidiato dai cacciatori a cavallo».

Velia Gini Bartoli
Velia Gini Bartoli

Mentre gli aristocratici e gli alti ceti facevano i bagni, di regola a scopo terapeutico, in ambienti chiusi con vasche dove l’acqua di mare, fredda o calda, arrivava con canalizzazioni dall’esterno, cominciò a diffondersi l’abitudine di fare il bagno in mare aperto. La prima bagnante vip arriva nel 1803, Maria Luisa regina d’Etruria, da Firenze. «Decise di stabilirsi allo “Scoglio della regina” e qui si fece scavare una vasca nella roccia, con una canalizzazione ad hoc e una piscina personale. Possiamo dire che fu la prima bagnante vip. La zona, all’epoca, si chiamava Scogliera dei Mulinacci – racconta la Gini Bartoli – Sempre Maria Luisa nel 1807 autorizzò una fabbrica ad uso di stabilimento balneare, dove c’era il Rivellino. Molto chic: 14 salottini con tavolo, specchio, due sedie, una vasca in marmo di Carrara e un canapè. Qui a Livorno, già nella seconda metà del 1700 c’era una stazione balneare dove confluiva la Toscana mondana granducale, che risiedeva in villa a Montenero».  

La Terrazza Mascagni dall'alto
La Terrazza Mascagni dall'alto

«L’eredità di Napoleone, non voleva usare il bagno di Maria Luisa così in fretta anche per lei fu scavata nella roccia a San Jacopo (allora isolato dal resto della città) una piscinetta, a margine della Terrazza Mascagni in zona Pancaldi, con tanto di cabina personale sulla spiaggia. Infine un’altra vip: nel 1816 ecco Maria Luisa d’Austria, ex moglie di Napoleone ed ex regina di Francia (in incognito come contessa di Colorno) con il fidanzato barone Neipperg. Si fece rimodernare le piscina di Elisa Baciocchi e per farlo venne l’architetto Poccianti». Insomma, il luogo dei vip era tra Acquaviva e Pancaldi, mentre quello dei poveri tra Fortezza Vecchia e Venezia. «Il giro che le grandi corti facevano – conclude – “pendolava” per lunghi periodi alla volta tra i bagni di mare di Livorno e quelli di terra a Bagni di Lucca». Questa sera in San Micheletto a Lucca – la “casa” di Elisa Baciocchi – Velia Gini Bartoli insieme a Simonetta Giurlani Pardini parlerà dell’importanza delle acque della salute al tempo di Napoleone. Appuntamento alle 21.30, l'ingresso è libero.