Pontedera (Pisa), 15 ottobre 2023 – «Siamo tutti sconvolti, queste cose le avevamo viste solo in Tv, nella finzione». A parlare è una delle vicine di casa di Rosanna Calistro, 57 anni, raggiunta da un fendente alla gola dall’ex fidanzato, il livornese Valerio Spinelli, 46 anni, ieri mattina in via De Nicola a Pontedera e ridotta in fin di vita. Operata l’urgenza al «Lotti», la donna ora è in prognosi riservata.
«Non abbiamo sentito litigi, solo Rosanna, ad un certo punto, chiedere aiuto, rantolando – aggiunge la donna, ancora sconvolta –. Sono subito corsa, con me altre vicine, e poi gli esercenti dei negozi: Rosanna era accasciata a terra, semi seduta, con il sangue che usciva a frotte dal buco che aveva sulla gola; abbiamo chiamato il 118, e quegli istanti, prima che arrivassero il medico e gli operatori sanitari, non li dimenticherò mai».
«Ora preghiamo per lei – aggiunge un’altra vicina di casa –. Speriamo che ce la faccia e che lui non esca più di galera». Le signore che conoscono Rosanna, Valerio Spinelli, 46 anni di Livorno, arrestato con l’accusa di tentato omicidio, non l’hanno mai visto. «Noi non sappiamo chi sia – proseguono –. Mai incontrato». Rosanna, da quanto apprendiamo, è una persona molto riservata, con un precedente matrimonio alle spalle: è una guardia penitenziaria che al momento non stava lavorando, vive in un appartamento al primo piano di un piccolo condominio con il figlio piccolo; i suoi genitori, anziani, abitano a Pontedera, nella zona dello stadio.
Con Spinelli aveva avuto una frequentazione che si era conclusa da poco con qualche ruggine e con un episodio in cui lui avrebbe alzato le mani. Episodio che aveva spinto la donna a raccontarlo ai carabinieri: ma non aveva voluto denunciarlo, aveva sostenuto di non sentirsi in pericolo. Invece ieri mattina Spinelli l’ha aspettata sotto casa – non si sa se si sono detti qualcosa – poi l’ha colpita violentemente alla gola con un coltello che aveva ancora in tasca quando i carabinieri l’hanno arrestato alla stazione di Pontedera.
«Non abbiamo sentito nessuno bisticciare in strada, niente urla – aggiunge la vicina di casa –. Una mia amica dice di aver visto Rosanna parlare con un uomo. Probabilmente era lui». Due passi, quindi, e poi il colpo potenzialmente mortale. A chiedere aiuto è stata Rosanna stessa. «Quando mi sono avvicinata – aggiunge la donna – ha detto “Chiamate mia mamma, muoio“. E’ stato devastante: perdeva tantissimo sangue, sgorgava dalla gola. Siamo sotto choc».
Il fatto è accaduto attorno alle 11,30. L’incontro, la coltellata e poi la fuga di Spinelli a piedi. Scattano i soccorsi e, con loro, la macchina delle forze dell’ordine. I primi ad arrivare sul posto è la polizia di stato del Commisario della città coordinati dal dirigente Luigi Fezza. La polizia scientifica ha effettiato tutti i rilievi e sentito le testimonianze. Il primo focus sulla vittima dell’aggressione accendono l’attenzione sull’ex fidanzato della donna, residente a Livorno, anche in ragione del fatto che i carabinieri erano informati di un procedente problema tra i due quando si sono lasciati. Scattano le ricerche. È un carabiniere, poi, ad avere l’intuizione decisiva e a ricordarsi che Spinelli non ha auto. Da qui la corsa alla stazione del tenente colonnello Carmine Gesualdo, comandante della compagnia della città. e di un suo collaboratore. Entrambi in borghese.
A un certo punto vedono un uomo – non sanno che faccia abbia Spinelli – che gira tra le mani un fazzoletto intriso di sangue. Sono momenti febbrili. Gesualdo rivolto all’uomo lo chiama: «Valerio!». Lui si volta. È fatta. I due militari non gli danno il tempo di reagire e in una piazza della stazione che pullula di viaggiatori, alle 12,45 immobilizzano Spinelli a terra in attesa dei rinforzi. Al verbale dell’arresto in flagranza – in quando dall’accoltellamento alla cattura le ricerche si sono svolte senza soluzione di continuità – Spinelli, si apprende, avrebbe rilasciato alcune dichiarazioni. Ma tutto già – riprese della videosorveglianza, testimonianze e il coltello ancora in tasca – lo indicavano come responsabile del fatto. Ora è in carcere.
di Carlo Baroni