"La democrazia non è un dono ma storia di lotte e conquiste"

Il Festival letterario LeggerMente a Livorno ospita Antonio Scurati per discutere del fascismo contemporaneo e dell'antifascismo costituzionale, evitando la cancellazione della memoria storica. Scurati mette in guardia contro i movimenti politici che manifestano caratteri ereditari del fascismo, sottolineando che il pericolo non risiede solo nei segnali evidenti ma anche nei movimenti populisti e sovranisti.

"La democrazia non è un dono ma storia di lotte e conquiste"

"La democrazia non è un dono ma storia di lotte e conquiste"

"La democrazia non è figlia del caso, ma nemmeno della necessità. Non è un dono del cielo, è una conquista; la storia della democrazia è, fuor di ogni dubbio, la storia della lotta per essa". Analizzare il fascismo, in chiave storico-contemporanea, attraverso la lente e il filtro "costituzionale" dell’antifascismo, per scongiurare l’applicazione dogmatica della cancel culture, per evitare che il ventennio resti il “grande rimosso“ della coscienza nazionale. Una trilogia dopo, passati gli anni del "corpo a corpo" storico e letterario coi protagonisti del fascismo ’900 Antonio Scurati ha steso l’anno scorso (per Bompiani) Il manifesto per un nuovo antifascismo.

Oggi alle 19, a Livorno si concretizza l’attrazione massima del Festival letterario della città, LeggerMente, nel chioschino di Villa Fabbricotti. Antonio Scurati, dialogherà con la giornalista Elisabetta Cosci del suo Fascismo e populismo. Mussolini oggi, in una fase in cui perseverano gli strascichi polemici, dopo il caso-censura scoppiato con la cancellazione del suo monologo in Rai per il 25 aprile e dopo il caso che ha riguardato Serena Bortone.

Secondo il docente all’Università Iulm, l’allarme per un ipotetico ritorno del fascismo guarda nella direzione sbagliata: "L’attenzione degli allarmati democratici si concentra sui segnali più vistosi: gesti identitari (saluti romani, croci celtiche), violenze fisiche, manifestazioni di odio razziale. Si tratta di fenomeni esecrabili, ma appunto perché plateali forse meno pericolosi rispetto a quelli meno immediatamente evidenti: i movimenti politici che, pur ripudiando il ricorso alla violenza agita sul piano fisico (ma non su quello verbale) e pur muovendosi all’interno delle regole del gioco democratico, manifestano chiari caratteri ereditari del fascismo novecentesco".

Sono quei partiti – spesso difficilmente riconducibili alle categorie di destra e sinistra – che vengono "convenzionalmente definiti come populisti o sovranisti. Mentre i nostalgici dichiarati del nazifascismo non sono che un fenomeno di nicchia, i populisti europei e americani discendono, consapevolmente o meno, non dal Mussolini fondatore del partito fascista ma dal Mussolini che per primo intuisce i meccanismi della seduzione politica nella società di massa".

Francesco Ingardia