ANITA GALVANO
Cronaca

La bella scrittura, sempre più giovani attratti dalla calligrafia

Il fascino senza età della bella scrittura. La calligrafia conquista i giovani

Scrivere

Livorno, 11 novembre 2018 - Fino agli anni Settanta veniva insegnata a scuola e aveva notevole importanza. Oggi non trova spazio in nessuna classe e, fino a poco tempo fa, sembrava relegata al ruolo di vezzosa abitudine, chiusa in un cassetto polveroso della memoria.

Stiamo parlando della calligrafia, letteralmente «bella scrittura» dal greco «kalos» e «grafia», ovvero la disciplina che insegna a tracciare una regolare, elegante e ornata. Sembrava dimenticata in un’epoca di computer, smartphone e tablet e invece sta tornando in auge, con la prepotenza delle cose belle. Sempre più persone stanno dimostrando un rinnovato interesse per la bella scrittura ma, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non si tratta di anziani nostalgici che ricercano un guizzo di gioventù nelle lettere svolazzanti e nei ghirigori ma, piuttosto, di giovani e giovanissimi; ‘millennials’ che molto probabilmente hanno imparato a scrivere prima su un tablet che su un foglio, non hanno mai usato una penna stilografica né visto un pennino da intingere nell’inchiostro.

Ma qual è la causa di questo rinnovato interesse? L’abbiamo chiesto ad Andrea Pucci, titolare di Schubert Belle Arti, paradiso del disegno e del colore. «Io credo che sia colpa, o merito sarebbe meglio dire, della nausea da tasto. Quando si esagera con qualcosa accade spesso che si senta il bisogno di un cambio di rotta ed è a questo che stiamo assistendo. Del resto la calligrafia fa parte di noi, della nostra storia, chiunque abbia avuto dei nonni ha dei ricordi legati a vecchie cartoline e lettere scritte con grafia impeccabile».

Da una decina d’anni però siamo totalmente immersi nell’era digitale e i tasti hanno preso il posto dell’inchiostro. «C’è proprio una differenza strutturale tra scrivere a mano e usare una tastiera. Nella grafia si ‘lavora in tondo’, si usa il polso in maniera circolare, e sono tutti movimenti cui non siamo più abituati».

Scrivere a mano in corsivo, con le lettere legate le une alle altre raffigura il fluire del pensiero, le lettere scritte tramite una tastiera sono per forza di cose separate e rappresentano quindi anche una frammentazione del pensiero. Un chiaro segnale di questa inversione di tendenza che porta verso la scirttura manuale si può trovare anche sulla pelle dei più giovani, e qui i livornesi sono capofila. Anche nel tatuaggio, infatti, si nota una predilezione per la scritta e i professionisti del settore sempre più spesso si trasformano in amanuensi che disegnano a parole storie sulla pelle. Ma quella cui assistiamo è solo una moda passeggera? «No – conclude Pucci – non credo. E’ un fenomeno destinato a durare per poi trovare una sua stabilità».